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ROMA - Fino ad ora non ha sicuramente impressionato, per via anche dei pochi minuti giocati con la maglia della Lazio, ma in quelle poche occasioni ha fatto vedere cose discrete. Riza Durmisi terzino danese della Lazio, arrivato in estate dal Betis oltre al brutto infortunio al gomito rimediato in Europa League contro l'Eintracht Francoforte, soffre anche di problemi alla schiena, che non gli stanno permettendo di giocare e di allenarsi in maniera regolare. In un'intervista rilasciata in Danimarca al portale B.T. Nyheder, il terzino biancoceleste ha svelato particolari retroscena sul suo infortunio, queste le sue parole: "Il 2018 è stato l'anno peggiore della mia carriera. Salvo solamente la conquista del piazzamento Europa League con il Betis, il gol contro il Siviglia e il passaggio in estate alla Lazio. L'infortunio me lo sono portato dietro già dall'esperienza al Brøndby. All'inizio pensavo fosse soltanto una cosa passeggera, ma poi nel 2018 è peggiorato a tal punto da farmi restare in panchina per diverse partite, escludendomi di fatto dalla Coppa del Mondo. Poi sono passato alla Lazio, ho giocato qualche partita e mi sono fatto male di nuovo, stavolta al gomito. La colpa è anche mia? È tutta colpa mia. Ho giocato con un infortunio alla schiena per troppo tempo. Lo confesso solo adesso, ma lo sanno tutti: i fisioterapisti e i medici del Betis e della nazionale danese. Anche il ct Hareide sa che nonostante il mio infortunio ho fatto di tutto per essere disponibile per il Mondiale. Nel 2016 mi sono iniettato nel ginocchio degli antidolorifici per poter giocare contro la Polonia; tre giorni dopo ho giocato anche contro il Montenegro, di nuovo con un'iniezione. Tutti in nazionale sanno cosa ho fatto per partecipare al Mondiale e tornare al mio livello".
"HO SBAGLIATO, NE SONO CONSAPEVOLE" - "Ricordo che dopo la mia prima partita con il Betis (20 settembre 2016) sono caduto davanti casa, e fortunatamente mio padre era lì. Mi è stato detto che avevo fatto troppe siringhe e preso troppi antidolorifici. Successivamente sono stato fuori per quasi un mese, ma sono tornato prima del previsto per poter giocare in nazionale. Ho sbagliato, di questo ne sono consapevole. Ma quando sei così giovane e senti che hai tutto il mondo in mano e puoi conquistare tutto, allora queste cose accadono. Quando riguardo le foto delle mie partite negli ultimi due anni, c'è sempre del nastro adesivo sulla mia schiena. Avrei dovuto fare qualcosa a riguardo già quando si è verificato il danno. Poi sono passato al Betis e volevo mettermi alla prova in un nuovo campionato. Il mio primo anno è stato grandioso: a 22 anni ero uno dei migliori difensori della Liga, sono stato persino elogiato da una leggenda come Vicente del Bosque; nel secondo anno invece ho giocato con tanto dolore. La mia non vuole essere una scusa, ma è un dato di fatto: ero inibito del 20-30 per cento, non avevo la giusta esplosione nella gamba destra".
LAZIO E ANNO DEL RISCATTO - "Sono appena stato a Siviglia da uno specialista per mettere a posto le cose una volta per tutte, ed è per questo che non ho preso parte alle ultime partite con la Lazio. Speriamo di trovare finalmente una soluzione per l'infortunio alla schiena che mi porto dietro da due anni. Non prendo più antidolorifici e sento che va meglio, ma ora dobbiamo vedere come procederà il tutto. Ci vorrà ancora una settimana per poter riprendere a correre. Se tutto andrà per il meglio, non ho paura a dire che il 2019 sarà il mio anno".
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