Intervenuto ai taccuini del noto quotidiano The Athletic, Michele Ciccarese, direttore commerciale e marketing della Serie A, ha commentato e analizzato la possibilità di vedere prossimamente partite del maggiore campionato italiano giocate in America. Queste le sue parole: "Tutte le diverse leghe stanno discutendo la possibilità di giocare una partita di stagione regolare all'estero. Se guardi la NFL, stanno giocando in Germania, stanno giocando a Londra, giocheranno in Australia. Quindi ci sono molte cose che stanno accadendo che rendono la possibilità più reale".
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La Serie A in America? Ciccarese: “Forse tra uno o due anni. È una gara a…”
Ciccarese prosegue: "Ci piacerebbe farlo, come ha detto il presidente Simonelli. Stiamo lavorando per riuscirci potenzialmente, ma ci sono barriere che dobbiamo superare con la giusta strategia e con il supporto dei club, senza dimenticare che i giocatori sono giocatori e hanno molta concorrenza, quando devono giocare in Serie A, Coppa Italia, Champions League e giocare in trofei internazionali". "Direi che spetta a noi mettere insieme i pezzi del puzzle e presentare una strategia adeguata alle autorità. Questo è ciò che stiamo facendo e chissà, forse tra uno o due anni vedremo la Serie A giocare se arriveranno le approvazioni. Noi abbiamo bisogno dell'approvazione della Federazione italiana e l'approvazione della UEFA, poi la palla passerà alla FIFA e poi tornerà alla comunità locale".
Secondo lo stesso Ciccarese quella di sbarcare in America e anticipare le altre competizioni è un'esigenza non da poco: "È sempre una gara cercare di essere il trendsetter, perché poi arrivano i follower e il trendsetter è colui che potenzialmente trae maggiori benefici in termini di ricavi nel realizzare questa cosa. Quindi, ancora una volta, dovrebbe essere fatto in un modo che abbia senso per il club senza dimenticare i tifosi, perché non puoi giocare un derby di Milano in America perché i tifosi in Italia si arrabbierebbero molto perché quella partita ha un grande significato in Italia, quindi dobbiamo giocare in un modo che sia rispettoso del nostro pubblico".
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