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Gianluca Rocchi
Riparte il campionato e, con esso, anche il lavoro del team arbitrale. L’ultima stagione non è stata delle migliori da questo punto di vista, come sa bene anche la Lazio, ma il nuovo anno si apre con novità di regolamento importante e con l’obiettivo di ridurre al massimo errori, tensioni, veleni e sospetti. E proprio per fare il punto sulle novità è intervenuto sulle colonne del Messaggero il designatore arbitrale Gianluca Rocchi. Queste le sue parole.
Rocchi, qual è la novità principale del regolamento?
“Il cambiamento più significativo credo che sia sul calcio di rigore. Se c'è encroachment, cioè l'ingresso in area di un calciatore della squadra che ne usufruisce mentre viene calciato e trasformato, non ci sarà più la ripetizione ma una punizione contro. Poi, non vedremo più i raccattapalle restituire il pallone ai giocatori, così eviteremo anche le perdite di tempo strategiche”.
Sul fallo di mano cosa cambia?
“Si torna alla volontarietà e su quella si decide se penalizzare o meno chi lo commette. Il fallo di mano deliberato andrà punito con il cartellino rosso, un tocco di mano non deliberato ma punibile andrà invece sanzionato con il giallo. Si deve punire veramente chi un gesto lo fa volontariamente. Se il gesto è dovuto a un errore, non si può adottare un provvedimento disciplinare oltre che tecnico”.
Linea più dura sugli interventi fallosi?
“Se un giocatore entra sull'avversario in modo violento, per far male, assolutamente sì. Non sono rimasto molto contento la stagione scorsa, ci siamo persi dei cartellini rossi. Serve maggiore attenzione, dobbiamo tutelare la salute dei calciatori e chi vuole giocare. Vogliamo ridurre le perdite di tempo e tutto ciò che viene fatto di ostruzionistico, che spesso crea tensioni e penalizza il gioco”.
Si riparte anche dalla tolleranza zero contro il razzismo?
“Lo abbiamo detto e l'abbiamo fatto, il monito è servito. L'anno scorso si è verificato un solo episodio, in Udinese-Milan, ed è stato gestito molto bene da Maresca. Su questo non arretreremo di un passo: il razzismo, tanto più nel gioco del calcio, è qualcosa di vergognoso. Dobbiamo essere attentissimi e serve la massima collaborazione di tutti, comprese le persone che vanno allo stadio”.
Cosa chiede in generale soprattutto ai suoi?
“Dobbiamo essere sempre molto attenti a prevenire certe situazioni fallose in campo e a prestare altrettanta attenzione a sanzionare chi sbaglia. Lavoriamo tanto sul coraggio di decidere, lo ripeto sempre ai ragazzi: abbiamo la tecnologia ma noi vogliamo una squadra arbitri che sia coraggiosa e decida senza aspettare l'aiuto da fuori. Bisogna essere decisionisti a 360°, non voglio vedere arbitri che aspettano la decisione da altri che non siano in campo”.
Le polemiche della scorsa stagione sono dimenticate?
“Ci sono sempre state e bisogna saperle leggere, altrimenti non si può fare l'arbitro. Le polemiche ci saranno ancora, come ci saranno le situazioni. Le discussioni del passato ce le siamo messe alle spalle, l'anno scorso per quanto mi riguarda è già dieci anni fa. Siamo concentrati sul nuovo campionato”.
Come gestirete le proteste in campo?
“Chiedo agli allenatori la maggiore collaborazione possibile perché sanzionare non mi fa impazzire. I capitani sono leader riconosciuti delle squadre e possono rapportarsi con l'arbitro: gli verranno spiegate le ragioni delle decisioni prese e non prese. Cerchiamo di fare dei passi avanti e la via del dialogo resta la migliore. Ma se ci renderemo conto che, come accaduto in passato, non sarà percorribile, allora assumeremo provvedimenti anche più duri. Non vorrei arrivare a questo, ricerco collaborazione in tutte le componenti. Invito le panchine a comportarsi come nella seconda parte della stagione e non come nella prima, perché non vorremmo arrivare a sanzionare per poi ottenere”.
Quale significato dà al rinnovo di due anni del suo mandato?
“Sono convinto della necessità di una progettualità, per dare a questo gruppo di arbitri una prospettiva non a scadenza immediata. Intendo lavorare giorno per giorno in un percorso non ristretto nel tempo. Quando mi rendessi conto che non posso o non riesco più a dare qualcosa a questi ragazzi, sarei il primo a farmi parte anche se avessi un contratto di dieci anni”.
Ha dato qualche consiglio a Orsato per il futuro? Sembrava stesse per andare in Russia, poi la cosa è rientrata.
“Gli ho consigliato di fare ciò che si sente. Quando finisci e lasci il terreno di gioco, vi assicuro non è mai semplice superare il momento. Finisce qualcosa che ti ha accompagnato per lunghissimi anni ed è difficile passare da un ruolo all'altro. Abbiamo perso Daniele, una perdita enorme dal punto di vista umano oltre che tecnico. Abbiamo perso Irrati e Valeri, due fuoriclasse al Var. Sono andati a ricoprire ruoli prestigiosi e a loro va il mio in bocca al lupo. Non è semplice sostituirli”.
La parola d'ordine è ringiovanimento?
“È fondamentale, penso che la finale dell'Europeo affidata al trentacinquenne francese François Letexier, il più giovane di sempre, sia l'esempio lampante di quello che stiamo cercando di fare a livello internazionale sull'arbitro giovane, preparato e bravo. Vanno cercati i ragazzi con queste qualità e ne abbiamo. Ci vuole un po' di coraggio a investire su di loro, a volte bisogna farlo anche un po' a occhi chiusi immaginandone qualcuno al Bernabeu o al Campo Nou. Tra loro ce ne sono di ottime prospettive”.
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