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Gravina
Continua la crociata del presidente della FIGC Gabriele Gravina per cambiare il sistema del calcio italiano. Sì, perché la riforma che continua a proporre non si limita ai cambiamenti in Serie A e alle conseguenti ripercussioni in Serie B, ma comprende l’intero mondo del pallone italiano. Gravina ha presentato il suo progetto ieri, come riporta il Corriere dello Sport, durante il consiglio federale. La prossima tappa sarà dare il via al confronto, con la data già fissata del 2 agosto: in quell’occasione si riunirà per la prima volta un tavolo permanente. Già fissata per novembre, poi, un’assemblea straordinaria per modificare alcune norme dello Statuto federale, con il fine di semplificare la strada per la riforma. Ma cosa prevede l’idea di Gravina?
Doveva esserci una rivoluzione in vista per il massimo campionato italiano e, invece, i cambiamenti alla fine potrebbero essere minimi. Play-offeplay-out, che Gravina vorrebbe, non incontrano affatto il favore della maggioranza e quindi, per ora, il presidente federale preferisce non affrontare l’argomento. Ci sarà modo e tempo di parlarne - e soprattutto discuterne - più avanti. Diciotto o venti squadre, poi? Per Gravina è indifferente: “Parlare di numeri non mi affascina, mi interessa parlare di una vera rivoluzione”. E, allora, l’unico cambiamento imprescindibile per i presidente federale è quello relativo alle retrocessioni: dovranno essere due, per sostenere l’intero schema.
E allora andiamo a vedere qual è questo schema, che si regge su un dogma fondamentale: bisogna ridurre l’area del professionismo. La A e la B saranno - secondo il progetto - entrambe o a venti o a diciotto squadre, con due retrocessioni per campionato. La C diventerà C Elite e sarà a sedici o diciotto squadre, la prima opzione con una B a venti e la seconda con una B a diciotto. Questi due campionati formeranno un’unica Lega, che sarà l’ultima del professionismo. Si dimezzerebbero così - da cento a cinquantasei - le squadre “pro”, con l’attuale C che diventerebbe la quarta serie, a trentasei squadre.
Destino simile per la D, che si dividerebbe in D Elite e D non Elite. La prima, da trentasei club dovrebbe gradualmente salire a cinquantaquattro; la seconda, invece, da centotrenta dovrebbe scendere a centododici. Se l’idea troverà riscontro, già dalla stagione 2022/2023 si verificherebbe la scomposizione della C e della D. Il passaggio finale, con la riduzione del professionismo, sarebbe invece prevista per il 2024/2025. Gravina ha lanciato la proposta: ora starà all’intero mondo del calcio prendere una decisione.
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