È apparsa oggi sulle colonne del Corriere dello Sport una lunghissima intervista al presidente del Coni Giovanni Malagò. Tantissimi i temi trattati, dal futuro del mandato presidenziale, in scadenza dopo le prossime Olimpiadi di Parigi fino alla situazione dello sport in relazione alla guerra in Ucraina. Di seguito un estratto delle sue parole, con le tematiche più vicine all’ambiente Lazio.
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Malagò: “Dico sì ad alcune riforme. Immobile in Azzurro? Mi stupirei se…”
Una lunga intervista del presidente del Coni tra futuro del calcio italiano e Nazionale. Poi sull'Olimpico: “A Paolo Rossi solo quando...”
“Gli stadi? In Italia non si fanno perché si teme che i proprietari non vogliano fare soltanto lo stadio, ma anche qualcos’altro. I profitti piacciono poco. I tifosi, però, dovrebbe capire che senza i profitti le società muoiono. Manca spesso poi quella che chiamo una combinazione di pianeti: una proprietà, una piazza e una politica locale che vadano nella stessa direzione. A Roma? Non ho parlato con nessuno degli amministratori. Ci sono ancora quattro anni e mezzo per chiudere questa partita, se non lo facessero sarebbero degli irresponsabili. L’Olimpico a Paolo Rossi? Se dovesse arrivare il giorno con Lazio e Roma con i propri stadi, l’Olimpico diventerebbe lo stadio della Nazionale e sarebbe naturale dedicarlo a lui. L’ho detto anche alla moglie Federica.
La Superlega? Mi chiedono se non lo sia già la Champions. Non mi sembrano maturi i tempi pre creare un’ulteriore dinamica di upgrade. È normale che un azionista ci provi. Ma bocciare la Superlega comunque non vuol dire non cambiare niente. Playoff e playout? Perché no. Certo, però, non per venti squadre. Al tempo effettivo dico sì con convinzione. Non sopporto di vedere calciatori per terra che simulano fratture multiple o che escono dal campo lentamente. Il tempo effettivo promuove la realtà sportiva. D’accortissimo anche sul var a chiamata. La tecnologia è utilissima ma va usata meglio. La Nazionale? Mancini ha vinto l’Europeo in discontinuità con la crisi del calcio italiano, cambiare sarebbe stato un salto nel vuoto. Sarà il CT a decidere se servirà una nuova squadra, ma da tifoso mi stupirei se Immobile non trovasse più spazio. È di gran lunga il più forte centravanti italiano”.
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