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Paolo Dal Pino
Nell'Assemblead'Urgenza, convocata settimana scorsa dalla Lega di Serie A, si è deciso che per le prossime due giornate di campionato solamente 5000 tifosi potranno accedere agli stadi. Il presidente della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, ha scritto una lettera al Governo e soprattutto al sottosegretario con delega allo sport Valentina Vezzali, chiedendo aiuti concreti alle società.
Sulla capienza degli stadi: "La decisione non è stata facile considerate le gravi perdite che essa determinerà in termini di incassi. Perdite che si aggiungeranno a quelle, gravissime, già patite nell’intero corso di questa pandemia dai nostri club con riferimento sia alla contrazione dei ricavi sia alle onerose spese sostenute per porre in essere tutte le vigenti procedure di sicurezza di accesso allo stadio. Perdite che, contrariamente ad altri settori d’impresa, hanno ricevuto ristori assolutamente minimali, inadeguati, e comunque in palese disparità di trattamento con riferimento, ad esempio, al settore cultura e spettacolo al quale apparteniamo".
Sul sostegno del Governo: "Le società sportive auspicano che questo atto di ampia disponibilità, assunto con unanime senso di grande responsabilità, determini nel governo l’attenzione che merita un settore quale quello del calcio di vertice. Numeri alla mano, ha un ruolo economico portante nel sistema imprenditoriale italiano, in termini di fatturato e di produzione di contribuzioni erariali dirette ed indirette. Merita, per la sopravvivenza sua e dei suoi 300mila addetti, aiuti concreti in termini tanto di ristori quanto di individuazione di strumenti deflattivi che consentano l’assolvimento degli obblighi tributari e contributivi con procedure di rateizzazione coerenti alle effettive possibilità delle società, e di misure finanziarie straordinarie a sostegno del sistema calcio".
Alla Vezzali: "Auspico il tuo autorevole intervento per sensibilizzare il Premier e il Consiglio dei ministri a intervenire con misure di effettivo e concreto sostegno delle nostre società che sono al lumicino della resistenza gestionale e che rischiano di gettare la spugna".
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