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La Serie A crede nei giovani? Il dato sugli U21 parla chiaro. In Europa…

Edoardo Benedetti Redattore 
Il dato relativo all'utilizzo dei calciatori under 21: le tendenze della Serie A e delle maggiori leghe europee delineano un quadro nitido

La finestra di mercato che sta per chiudersi ha visto la Lazio portare avanti una chiara strategia di ringiovanimento. Il ds Fabiani non ha mai nascosto che l'obiettivo primario della società fosse quello di abbassare l'età media della "ottava società più vecchia d'Europa". Se il discorso si amplia all'intero campionato, la tendenza di puntare su calciatori più pronti si estende a tutta la Serie A. Non è un caso che dal campionato 2020 a quello della scorsa stagione il massimo di calciatori giovani (U21) alla prima giornata, tra titolari e riserve, è di 18, di cui undici italiani, e risale proprio alla stagione passata.

I numeri preoccupano, su 220 calciatori totali la percentuale è pari all'8,9%. Un dato che va in controtendenza con le idee della FIGC. Inutile soffermarsi sul fatto che credere poco nei giovani nuoce al movimento calcistico italiano, Nazionale compresa. Il picco - in negativo - si ha nella stagione 2022-23: appena 8 gli U21 presenti alla prima di campionato (il 3,6%). La stagione precedente la percentuale era pari al 7,3%.  Nella stagione in corso, invece, il dato complessivo della prima giornata è di 15 calciatori U21, nove italiani e sei stranieri.

Un leggero aumento, che mostra però come squadre impegnate nella lotta salvezza siano anche quelle più propense a puntare sui giovani. Empoli e Frosinone lo scorso anno erano le società con più calciatori sotto questa soglia d'età. Vanno annoverate anche Torino, Napoli, Atalanta, Fiorentina e Bologna. Discorso da estendere, però, ai top 5 campionati. Premier League e Bundesliga hanno una struttura molto simile a quella della Serie A. Un po' diverso in Spagna dove c'è una distribuzione maggiore di talenti giovani. Mai come la Ligue 1, fortemente impegnata nello sviluppo dei giovani.