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In attesa di approvare il nuovo protocollo, il campionato prosegue con le vecchie normative nonostante i numerosi problemi di Covid che stanno attanagliando, chi più chi meno, tutte le squadre di Serie A e non solo. Il calcio ha bisogno di andare fino in fondo, in ballo ci sono troppi lavoratori e troppi interessi economici. Un'altra interruzione come quella nel bel mezzo della pandemia, nel 2020, risulterebbe letale per questo sport e per tutto il business che ne consegue. Nonostante questo, però, ci sono alcuni addetti ai lavori che continuano a parlare di campionato falsato. Uno di questi è il direttore dell'area tecnica dell'Udinese, Pierpaolo Marino. Il quale, ai microfoni di Radio RAI ha così tuonato: "Abbiamo manifestato un certo disappunto dopo il provvedimento delle ASL che ci ha bloccato. Non permettendoci così di spostarci o di fare gli allenamenti. Un provvedimento revocato in extremis dal TAR proprio il giorno prima della gara con l'Atalanta. Solo poche ore prima ci hanno detto che avremmo giocato. Negandoci la possibilità di allenarci a dovere".
Insomma, i problemi sono tanti e di conseguenza lo sono anche i malumori dei protagonisti. Quello del responsabile tecnico dei friulani è solo uno dei tanti pareri a riguardo. Tuttavia, una buona notizia potrebbe presto rinfrancare lo spirito delle società: ovvero il ritorno negli stadi da parte del pubblico. Attualmente il limite massimo consentito è di 5 mila spettatori. Entro febbraio potrebbe però aumentare fino al 50%. Per diventare il definitivo 100% nella prossima primavera.
A confermare la notizia è stato il sottosegretario alla salute il ministro Andrea Costa che ai microfoni di GR Parlamento si è così espresso: "L'obiettivo non può essere che quello di tornare in presenza al 100% in primavera. vorrebbe dire veramente che siamo arrivati ad una fase endemica del virus. Se consideriamo la corsa ai vaccini, possiamo fissarci questo come un obiettivo ragionevole. Se i dati continueranno a migliorare, ipotizzare per quel periodo un ritorno totale è un obiettivo che ci dobbiamo dare. Questa pandemia ci ha abituati a continui cambi di scenari ma siamo all'inizio di un percorso positivo che ci porterà alla convivenza con questo virus".
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