Lunga intervista rilasciata dal ministro dello Sport Andrea Abodi sulle colonne del Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati, dalle Olimpiadi agli equilibri dello sport, fino ad arrivare anche al calcio e a Lotito. Di seguito l’estratto che riguarda il mondo del pallone e il presidente biancoceleste.
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Serie A, Abodi: “Lotito? Ecco come esercita le sue funzioni. E il calcio…”
Come finirà la partita del calcio?
“Dipende da una serie di fattori”.
Anche dal campo? Dalla Nations League, intendo?
“Dagli equilibri delle Leghe. Gravina ha detto a me che intende fare un passo indietro, ma vuole essere libero di decidere, non accetta imposizioni e soprattutto vuole prima capire in che mani lascia la Federcalcio. È comprensibile. Nelle contrapposizioni palesi nessuno lascia spazio all’altro. Quello che realmente conta è il benessere del sistema, serve una visione più ampia e complessiva. Non si può sempre aspettare che le cose succedano, a volte bisogna farle succedere. La formula ‘fin che la barca va lasciala andare’ non funziona”.
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Si dice che dietro l’attivismo dell’onorevole Mulé ci fossero Giorgetti da una parte e Lotito dall’altra.
“Assolutamente no. Giorgetti è un uomo di notevoli cautele, non c’entra nulla con tutto questo, ha altro a cui pensare. Lotito? Avere posizioni diverse fa parte del gioco. In Parlamento sono presenti un presidente e un amministratore delegato di società, circostanze che possono verificarsi. Lotito esercita le sue funzioni in un certo modo internamente e esternamente, Galliani in un altro sia dentro sia fuori”.
Lei da che parte sta? È di ostacolo a Gravina?
“Né ostacolo, né avversario proprio per il ruolo che ricopro. Vorrei aiutare a portare soluzioni”.
Per questo sta riscrivendo la legge Melandri.
“La vecchia stesura non regge più, le cose sono cambiate e si è reso necessario un aggiornamento sostanziale per dare un assetto stabile al sistema. Mutualità, diritti tv, tutto va attualizzato”.
Ministro, il Governo vuole prendersi anche il calcio?
“Assolutamente no! L’obiettivo del Governo, collaborando con il Parlamento, è di creare le condizioni per facilitare una indispensabile e indifferibile stagione di riforme nel calcio e, in generale, nello sport, per rendere il nostro sistema più credibile, competitivo e sostenibile. L’autonomia nello sport è un valore da rispettare, ma il modo più efficace per difendere l’autonomia, comunque relativa e non assoluta, dipende dalla capacità dello sport, e quindi anche del calcio, di non essere autoreferenziale, di rispettare a ogni livello i suoi valori e di saper svolgere efficacemente la sua funzione, anche sociale e culturale. Il Governo darà ogni supporto a questa prospettiva, nel rispetto dei ruoli, e non sarà mai complice dell’inerzia e del Gattopardo. Tutto questo al di là delle vittorie e delle sconfitte sportive”.
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