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Di Lorenzo Manelfi
ROMA - Prendendo spunto dalla canzone di Gabry Ponte e dal programma su Italia 1, vogliamo provare a farvi rivivere la Lazio degli anni 90 attraverso esclusive, foto, video, curiosità e racconti. Non lasciatevi confondere dal titolo, non intendiamo assolutamente deridere i tifosi biancocelesti della nuova generazione, tutt'altro. Questa rubrica è stata creata soprattutto per tutti coloro che hanno vissuto lo storico 26 maggio e il gol di Murgia al 93esimo in Supercoppa contro la Juve, ma che purtroppo (o per fortuna) non sono tanto vecchi da aver visto la Prima Squadra della Capitale raggiungere la vetta del mondo. Come poteva d'altronde non riuscirci. Era la Lazio di Cragnotti, di Zoff, di Eriksson e di Zeman, di giocatori fenomenali come Signori, Gascoigne, Boksic, Vieri, Nesta, Mancini, Salas, Veron, Nedved, Simeone e tanti altri... Impossibile ricordare tutti i protagonisti di quel fantastico decennio, che ha visto trionfare la Lazio non soltanto in Italia, con lo scudetto nella stagione 1999-2000, ma anche in Europa, con la Coppa delle Coppe alzata a Birmingham e la Supercoppa Uefa vinta contro il Manchester United campione d'Europa. Siete pronti a fare un salto nel passato? Si comincia...
SIGNORI E SIGNORI... 50 ANNI DI BEPPE!
Domani Beppe Signori, uno degli attaccanti più forti della storia della Lazio e della Serie A, spegnerà 50 candeline. Un traguardo importante che non possiamo festeggiare senza rivivere le gesta di questo campione straordinario. Una carriera, quella di Beppe, iniziata alla Messi. L'Inter infatti, squadra nella quale milita durante l'esperienza delle giovanili, non investe sulla giovanissima ala sinistra a causa soprattutto del suo fisico, che reputa estremamente minuto e fragile. Signori allora nel 1983, all'età di quindici anni, decide di passare al Leffe. Con il Piacenza raggiunge la Serie B, ma la vera svolta arriva nel Foggia di Zeman, un tecnico che si rivelerà fondamentale per la sua vita calcistica. Si narra che al momento delle presentazioni il ceco avrebbe salutato Signori chiamandolo "bomber", nonostante i pochi gol realizzati dall'attaccante di Alzano Lombardo fino a quel momento. Ma evidentemente Zdenek è stato vegente. Da quel momento nasce Beppe gol: 275 gol in 607 presenze tra campionato e coppe, 3 volte capocannoniere della Serie A, 2 della Coppa Italia. Nono marcatore di sempre in Serie A con 188 reti ed è stato inserito nella graduatoria del Pallone d'oro nelle edizioni 1993 e 1994, classificandosi rispettivamente al 21° e al 17° posto. Con 44 reti su 52 tentativi, è nel novero dei rigoristi più precisi nella storia della Serie A, nonché al 5° posto per numero di realizzazioni dal dischetto. Un fenomeno anche nelle punizioni: insieme a Siniša Mihajlović, è l'unico giocatore che ha realizzato 3 gol su calcio piazzato in un incontro di Serie A.
LA SUA LAZIO
La consacrazione arriva con la maglia biancoceleste, che indossa nel 1992. In poco più di 5 stagioni diventa il secondo marcatore più prolifico della storia del club, con 127 gol in 195 presenze. Davanti a lui solo un certo Silvio Piola (149). Nonostante le tante reti messe a segno, la bacheca è avara di trionfi, ma ai nostri microfoni Signori ha raccontato di essere ugualmente soddisfatto: "Non ho rimpianti nei miei anni con la Lazio. Non abbiamo vinto niente ma abbiamo costruito la casa per una squadra vincente che avrebbe vinto in seguito uno scudetto e molto altro. Sono stati anni meravigliosi, ricchi di soddisfazioni per la squadra e anche a livello personale. Siamo riusciti a riportare la Lazio in Europa". I tifosi lo hanno sempre amato, basti pensare all'11 giugno del 1995. Il presidente Cragnotti è ad un passo dal cedere l'idolo laziale al Parma, per un'offerta di circa 22 miliardi di lire. Ma più di 5.000 persone si addensano intorno alla sede della società per protestare con forza contro il probabile trasferimento e, nella serata dello stesso giorno, il proprietario della Lazio è costretto a cedere alle insistenze dei tifosi, rifiutando l'offerta dei parmensi.
A Roma Signori è considerato un eroe, come ha raccontato l'ex moglie Viviana - conosciuta tramite Pino Insegno e conquistata con una barzelletta - in un'intervista di qualche anno fa: "Per noi era impossibile passeggiare in via Condotti. Quando Beppe veniva individuato si scatenava l' inferno. La vita di un campione è fatta di grandi e piccole rinunce. A Roma eravamo costretti a muoverci nell' ombra". Avrebbe meritato di essere uno dei protagonisti della Lazio di Eriksson, ma il rapporto tra l'attaccante lombardo e il tecnico svedese non è mai sbocciato, facendo soffrire molto il giocatore che è stato costretto a lasciare la Capitale per andare al Bologna: "Non mi è piaciuto il modo in cui hanno trattato Beppe - continua la ex moglie -, i dirigenti gli hanno dato il benservito. I tifosi laziali non c' entrano, loro continuano a essere fantastici. Ogni volta che Beppe segna un gol nel Bologna la curva Nord dell'Olimpico gli dedica un coro. Ce l'ho con quanti hanno trasformato la Lazio in una piccola Sampdoria. Hanno mandato via Beppe per ingaggiare Salas, che segna meno di mio marito. In 5 stagioni alla Lazio, Signori ha vinto per tre volte la classifica dei cannonieri, non so se mi spiego. Nei mesi bui dell'ultima stagione alla Lazio siamo stati abbandonati da tanti falsi amici. Silenzio, il telefono non squillava più. Sparite persone che avevamo invitato a cena o con cui avevamo condiviso vacanze. Che delusione. Dall'ambiente della squadra e della società ricevemmo tre-quattro telefonate, una di Cragnotti. Beppe soffriva tanto, l'ho visto piangere". Sicuramente Signori non è stato dimenticato dai tifosi, che il 12 maggio 2014 - serata Di Padre in Figlio - lo hanno accolto a braccia aperte come fosse uno di loro.
BEPPE E GAZZA
Impossibile parlare di Signori senza citare anche Gascoigne. Una coppia speciale, legata da una grande amicizia che ancora vive. Per i 50 anni di Gazza, Beppe ha raccontato alcuni aneddoti del centrocampista inglese ai microfoni di Radio Incontro Olympia: "Lui passava dall'essere serio a fare lo scherzo più incredibile magari prima della partita più importante. Cercava di sdrammatizzare tutti i momenti. Era una mina vagante. Mi trovai una razza completamente sopra il parabrezza, aperta, che mi copriva la visuale. Delle ali enormi. All'epoca si usavano le targhe in cartone, e Manzini aveva appena comprato la macchina. Gazza puntualmente gli cambiava le lettere e i numeri. Tutte cose impensabili ma che se lui intravedeva, faceva. Col sorriso sulle labbra. Era un campione di calibro mondiale. Sicuramente anche per lui che era dopo la Regina di Inghilterra la persona più famosa, l'impatto fu incredibile Erano obbligati ad averla. Capisco che tutto questo creava armonia ma anche grande stress. A livello mediatico non aveva una vita tranquilla. I fotografi gli erano addosso, ha avuto poco spazio nel privato. Cosa vorrei per il suo compleanno? Rivederlo in forma. La speranza è che riesca a ribaltare le sorti che gli ha riservato la vita". Lo stesso augurio lo ha fatto ai nostri microfoni: "Gazza? Non riesco a contattarlo purtroppo. Gli metto tanti mi piace sui post che mette su Instagram, evidentemente è gestito da qualcuno per sicurezza. Spero stia bene". Chissà se Paul riuscirà a contattarlo domani...
USA 94, BEPPE IL RIMPIANTO DI UNA NAZIONE INTERA
Signori-Baggio, che coppia fantastica sarebbe stata. Nel mondiale americano però Arrigo Sacchi, tecnico della nazionale italiana, decide di schierare Beppe a centrocampo, limitandone tutto il potenziale offensivo. L'attaccante della Lazio si rende comunque protagonista con assist e giocate sontuose, ma il suo malumore lo porta a rifiutare l'ingresso tra i titolari nella semifinale con la Bulgaria, decisione che in pratica lo esclude dalla finalissima col Brasile. Sappiamo tutti come è andata a finire, con Baggio che sbaglia il rigore e i verdeoro che esultano. Chissà come sarebbe andata a finire se a tirare uno dei rigori dell'Italia ci fosse stato lo specialista Signori, ma questo non lo possiamo sapere. Sacchi agli Europei del 1996 non lo convocherà nemmeno, nonostante Signori si laurei capocannoniere del campionato. L'Italia uscirà ai gironi.
Vi riproponiamo un'intervista rilasciata da Signori dopo il Mondiale del 1994: "E' stata una delusione per me, inutile nasconderlo. Un po' sarà colpa mia, ma ci sono anche altri motivi. Io ho la coscienza a posto, non ho nulla da rimproverarmi. Quando ho giocato, ho sempre fatto la mia parte: contro la Nigeria non mi sono spremuto troppo, stavo bene fisicamente ho dato tutto perché ritenevo opportuno farlo. Poi, però, un bel giorno sono finito in panchina. E' normale che mi sia sorpreso della scelta di Sacchi. Sfido chiunque a trovarsi nella stessa situazione, anche perché fino a quel momento ero stato titolare. Non è vero che con l' allenatore ci siamo presi a sediate, come è stato scritto. Abbiamo parlato, ma quello che ci siamo detto non lo vado certo a dire in giro. Dopo la partita con la Nigeria ho accettato la panchina, ma quando con la Spagna sono entrato non solo ho cercato di dimostrare le mie qualità tecniche, ma mi sono sforzato di dimostrare a Sacchi che si sbagliava sul mio conto. Lui ha fatto comunque delle scelte in assoluta buonafede. Per questo le rispetto. Da professionista accetto tutto e non mi sarei mai sognato di andare da lui a dire: 'Ho segnato tanti gol in campionato mi devi far giocare davanti'. Comunque, dal momento che me lo chiedete, ripeto che non avrei avuto difficoltà a muovermi con Baggio. Il punto però forse è un altro: alla Lazio mi hanno preso per segnare. In nazionale a dire il vero nessuno me l' ha mai chiesto... Baggio si sente tradito? Non certo da me. Io non mi considero un maltrattato, né penso che Sacchi mi abbia tradito. Dico soltanto che tra poco gli parlerò e ci chiariremo. Non mi ha fatto piacere non giocare neppure la finale. Vorrà dire che mi rifarò qui alla Lazio, dove mi sento a casa. I tifosi biancocelesti criticano Sacchi? Non mi sento di censurare il comportamento del pubblico, né di criticare il loro atteggiamento. Non posso neanche dire loro: non fischiate Sacchi. Per loro, evidentemente, ho subito un' ingiustizia. Per questo protestano".
CHAMPIONS? BISOGNA CREDERCI
Signori chiude la nostra intervista parlando della Lazio di Inzaghi. Gli ultimi risultati non sono certo positivi, ma l'ex attaccante biancoceleste è convinto che questa stagione possa concludersi nei migliori dei modi: "La Lazio sta facendo grandi cose, l'obiettivo di quest'anno è quello di tornare in Champions League. Sono fiducioso, si può fare". Beppe è riuscito a riportare il club romano in Europa dopo 15 anni, adesso Immobile e compagni dovranno dare tutto per tornare a giocare la competizione più bella del mondo dopo 11 anni dall'ultima apparizione biancoceleste.
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