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Questa Lazio è uno spettacolo: tris all’Ajax e primo posto confermato

Ajax-Lazio
Prestazione splendida alla Johan Cruijff Arena in una gara combattuta da un lato e dall'altro: biancocelesti primi e due partite da gicoare
Michele Cerrotta

L’avevano preannunciato, Farioli e Baroni. E come promesso, alla Johan Cruijff Arena si è visto il calcio delle grandi occasioni. La gara si accende già nei primi secondi, quando serve un recupero decisivo di Rovella ad allontanare i primi pericoli che, puntuali, si ripresentano pochi minuti più tardi con un tiro a giro alto di Traore. La Lazio non è da meno, soprattutto per un pressing indemoniato di Castellanos e compagni su Pasveer, che rischia ma viene graziato dal rimpallo. Ci prova allora Pedro sul primo palo, attento il portiere olandese. Al 12’, però, passa la Lazio: Dia recupera il pallone e appoggia a Rovella che trova subito Pedro, illuminante nel servire in profondità Tchaouna che col mancino buca Passveer rendendo ininfluente il suo tocco.

L’Ajax non molla e anzi rilancia: prima Gigot poi Dele-Bashiru sono decisivi nell’intercetto, poi è Brobbey a dare una mano ai biancocelesti con la mira sballata su un colpo di testa. Il copione della Lazio non cambia, il pressing del Taty nemmeno: c’è un contatto dopo l’anticipo di Pasveer, tutto regolare e si gioca. In una gara in cui tutti devono fare tutto, anche Dia si immola in fase difensiva e poi lancia Pedro in contropiede: altro tiro, ancora a lato. Non c’è tempo per riflettere: Brobbey da un lato e Castellanos dall’alto, entrambi non trovano la mira. Pochi minuti più tardi - e dopo un altro anticipo di Dele-Bashiru - non calcia proprio il Taty su uno schema interessante da punizione.

Hato si fa ammonire per un’entrataccia su Gigot, la Lazio spreca un bel contropiede e poi il Var controlla un contatto sospetto nell’area biancoceleste e lascia correre. Nel primo tempo c’è ancora spazio per i cartellini a Brobbey e Rovella, quindi si va negli spogliatoi. Al rientro in campo due cambi per Baroni: Zaccagni e Marusic prendono il posto di Dia e Lazzari, il capitano spreca subito un buon contropiede e Pellegrini sulla ripartenza falcia Brobbey: diffidato, salterà la prossima. Sulla punizione l’Ajax trova il gol del pari: ancora Pellegrini salva sulla linea mandando però la palla addosso a Traore che scarica una sassata imparabile per Mandas.

L’equilibrio però dura poco: al 52’ azione in solitaria di Zaccagni che poi va sul fondo e mette dentro una palla bassa su cui non arriva Castellanos ma su cui arriva invece Dele-Bashiru che calcia e costringe Pasveer a parare solo quando la palla aveva già varcato la linea. L’Ajax accusa il colpo, la Lazio ha una prateria per il tris: Tchaouna va in serpentina e impegna Pasveer che poi si esalta sulla ribattuta di Zaccagni. Non c’è tempo per respirare, va in affanno Pellegrini che rischia di combinare un pasticcio prima lasciando colpire Brobbey e poi rischiando il secondo giallo. Farioli mette Fitz-Jim per Godts, Baroni toglie Pellegrini - problema all’adduttore e rischio disastro - per Tavares.

La girandola di cambi continua con Weghorst e Akpom per Brobbey e Berghuis e con Gila per Patric. A un quarto d’ora dal termine si accende Tavares, che imbuca per Zaccagni bravo a portarla fino all’aera prima di scaricare per Dele-Bashiru, troppo frettoloso nella scelta. Poco male: il portoghese ha solo preso le misure perché pochi secondi più tardi spacca in due l’Ajax poi serve Tchaouna che col tacco sistema il pallone per l’ennesima magia di Pedro che cala un meraviglioso tris. Farioli toglie Taylor e Rensch per Rasmussen e Gaaei, Gigot paga la cattiveria agonistica di Weghorst: prima viene steso e poi ammonito insieme all’attaccante olandese.

Castellanos spreca il poker, riparte allora l’Ajax che trova prima una clamorosa traversa di Traore, poi una super parata di Mandas e quindi un colpo di testa a lato di Akpom a mantenere il risultato. Che non cambia neanche nei quattro minuti di recupero: c'è tempo per un'altra traversa di Gaaei su un tiro cross e poi per nient'altro. La Lazio porta via da Amsterdam una super prova di maturità e tre punti cruciali non solo per l'Europa ma anche per la consapevolezza di potersi non porre più limiti.