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Baroni
Quattro su quattro per la Lazio, capace di battere anche il Porto allo stadio Olimpico dopo una gara sofferta e di cuore da parte dei biancocelesti. al termine del match è intervenuto in conferenza stampa il tecnico Marco Baroni. Queste le sue parole.
Forse la miglior Lazio da tanti anni.
“Devo fare i complimenti alla squadra per quello che avevo chiesto. Le partite arrivano tutte dal calendario, ma conta molto come ci arrivi e che percorso hai fatto. Oggi ho chiesto personalità, convinzione e gioia perché avevamo bisogno di questo. Abbiamo giocato contro un grande avversario, che ha qualità e verticalità. Sono sempre pungenti nell’andare in verticale, quindi davvero complimenti alla squadra. E all’ambiente, perché c’era un clima bellissimo”.
La Lazio segna molto nel finale, è la sua caratteristica più importante?
“Di crederci sempre. Perché lo dobbiamo a noi stessi, alla gente. Perché non esiste più giocare se non per vincere. Questo crea mentalità, so benissimo che ci saranno momenti difficili. Ma con un’identità forte le superi. Oggi leggevo che il City non perdeva tre gare di fila dal 2018: capita a tutti, ma contano percorso e intensità. Difficilmente metterò un difensore per portare a casa un risultato perché non sarei coerente con la proposta di calcio che facciamo, non sarebbe giusto”.
Come stai vivendo la Lazio?
“Io ci sono dentro con tutte le gambe, con tutto. Fa parte del mio carattere. Ho avuto la chance più bella della mia vita: ho dormito due mesi a Formello, ho preso casa da poco ma spesso rimango lì. Voglio dare tutto me stesso: quando dico che non dormo la notte lo dico nel senso che mi stimola, perché vedo questa partecipazione che ho chiesto. La proposta che dal primo giorno abbiamo portato è stata accolta dalla squadra, che ci crede. Dobbiamo andare forte”.
Cosa scrive durante le conferenze stampa, i voti ai giocatori?
“No (ride, ndr). Anche io scrivo tra primo e secondo tempo, con i collaboratori cerchiamo di capire cosa non funziona e cosa migliorare. Ho scritto perché c’è Nuno che è un ragazzo sensibile. A volte le risento anche le conferenze: la comunicazione fa parte del nostro lavoro. Sia quella con voi che con la squadra. Si lavora anche su quel fronte”.
Dopo una vittoria del genere vede i suoi ragazzi in un modo diverso, pensando che sia più avanti di quanto pensava?
“La prima cosa che ho detto alla seconda squadra, ossia ai collaboratori, è che toccava a loro lavorare per rimettere tutti in piedi in pochi giorni. Bisogna togliere la fatica, lavorare sul recupero. L’allenatore lavora tanto, gioisce poco e deve essere sempre sul pezzo. A Monza saranno sette gare in ventuno giorni. Mi piacere vedere i ragazzi gioire, li lascio fare perché sono dei professionisti e sanno come comportarsi e come gestire. Parlo di equilibrio perché quello tocca a me, è una mia responsabilità. Ci fa piacere quando le cose vanno bene, ma devo essere sempre molto equilibrato nel centrare la squadra su ciò che conta veramente. È una vittoria da grande squadra, ma non dovevo aspettare questa partita. I venti minuti iniziali a Torino sono da grandissima squadra, poi sapete cosa è successo. Sono convinto che in parità numerica viene fuori un’altra gara, pur avendola nei gestita benissimo nelle difficoltà”.
Come stanno Castrovilli e Patric?
“Castrovilli c’è il comunicato, lo perderemo per qualche settimana. Patric credo che abbia un’infiammazione, sono fiducioso di averlo a Monza”.
È arrabbiato per quanto accaduto prima dei cambi?
“In quel momento mi sono incazzato. Sono attimi, Loum aveva fatto una buona partita ma avevo visto che facevamo fatica. Purtroppo non si può ancora chiamare timeout, ho dovuto aspettare che la palla uscisse e abbiamo preso gol. Ma serviva maggiore attenzione”.
Come andrà avanti a centrocampo visto il problema di Castrovilli?
“Noi lavoriamo per il 4-2-3-1, ma ho sempre detto che l’intelaiatura della squadra non verrà mai toccata: doppio esterno e punta. Possiamo variare a centrocampo. L’ingresso di Rovella ci ha dato ordine, abbiamo ritrovato equilibrio”.
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