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Ferita e contratta, ma non doma e pronta a risorgere. Inizia piano la Lazio con il Lecce e non potrebbe essere altrimenti dopo i sei gol incassati all’Olimpico con l’Inter. Il merito è però anche della squadra di Giampaolo, che parte ben messa in campo e pronta a togliere spazio ai biancocelesti. Ci prova allora Tavares a mettersi in solitaria e servire Lazzari, ma il suo tiro viene respinto da Falcone coi pugni. Lo imita poi poco più tardi Provedel su una conclusione di Tete Morente, mentre Manganiello decide di dar vita a una gara con pochi fischi e tanto gioco, abbonando anche qualche cartellino da una parte e dall’altra.
Non è un caso forse che uno dei pochi assenti con l’Inter decida di accendere la gara: uno strepitoso Castellanos monopolizza il primo tempo tra recuperi sporchi, sponde aeree e giocate di fino, come quella per Isaksen alla mezz’ora su cui il danese trova ancora una pronta risposta di Falcone. Prova allora a mettersi in solitaria il Taty, prima con una splendida giocata su cui è attento Falcone, poi ancora su un servizio di Isaksen su cui Falcone prima respinge alla grandissima e poi, sulla ribattuta di Castellanos, Guilbert para con la mano sulla linea. Rigore e rosso, dal dischetto va proprio il Taty che spiazza Falcone e regala alla Lazio il vantaggio all’intervallo.
Il secondo tempo riserva però subito una doccia gelata alla Lazio. Dagli sviluppi di un corner il Lecce calcia dalla distanza con Dorgu, il tiro ribattuto finisce sui piedi di Tete Morente che dalla distanza trova una conclusione a fil di palo su cui non può nulla Provedel. Il pari scuote i biancocelesti, che si riversano all’attacco schiacciando i salentini nella propria area. Giampaolo mette Rebic e Pierret per Krstovic e Rafia, la Lazio insiste ma una bandierina alta annulla il gol di Dia per un fuorigioco di Castellanos, autore del potenziale assist. Proprio il senegalese esce subito dopo lasciando spazio a Pedro.
Dorgu, spostato sulla destra, rimedia un giallo per un fallo su Tavares che poi lascia il posto a Pellegrini, così come Isaksen a Tchaouna. Decide di farsi ammonire Rebic mandando più volte a quel paese Manganiello, poi Berisha si inventa una magia in copertura a salvare su Zaccagni una pericolosissima occasione per i suoi prima di lasciare il posto a Kaba. Rimedia un giallo anche Tchaouna per una sbracciata su Dorgu, poi Baroni gioca le ultime carte con Marusic e Noslin per Lazzari e Zaccagni. L’olandese si fa subito male colpito duro da Coulibaly, ma ci pensa Marusic a un passo dal 90’ a trovare dal limite il gol del nuovo vantaggio della Lazio dopo una palla rinviata male da Tete Morente.
La Lazio va a esultare sotto il settore ospiti, piove un piccolo sasso sui biancocelesti e gli animi si scaldano con la panchina del Lecce a brutto muso su Guendouzi. Ne fa le spese Ramadani, ammonito, poi l’ingresso di Sansone per Jean nei sei minuti di recupero segnala l’assalto ordinato da Giampaolo. Kaba, entrato da poco, prende in pieno la traversa di testa da due passi, poi la palla rimbalza su Pierotti che manda incredibilmente fuori e grazia i biancocelesti. C'è tempo anche per il tentativo da lontanissimo di Tete Morente che va però alto di poco sopra la traversa. La Lazio vince di cuore, voglia e sofferenza e scaccia i fantasmi. Ammonito Patric nell'esultanza dopo il triplice fischio.
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