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Marco Baroni
Vince ancora la Lazio che allo stadio Olimpico batte il Genoa 3-0 con una gara a tratti anche di sofferenza. Al termine del match per analizzare la sfida è intervenuto in conferenza stampa il tecnico biancoceleste Marco Baroni. Di seguito le sue parole.
Qual è la cosa che oggi la soddisfa di più?
“La prestazione matura della squadra, di grande mentalità e solidità. Sono gare difficili, complicate. Hai talmente poche ore di recupero che anche per energie spese devi attingere a risorse extra. La squadra lo ha fatto bene anche se non era facile, loro ci calciavano molto, riprendevano la palla e non riuscivamo a dare ritmo. Ma siamo sempre stati in controllo. Nel secondo tempo ho visto un po’ di giocatori in difficoltà, abbiamo fatto i cambi e sono contento. Noslin non giocava da un po’ e ha segnato, gli altri due gol arrivano dalla panchina. Fa piacere perché chi entra lo fa nel momento più delicato della gara. Il fatto che il gruppo sia tutto acceso è importante”.
Noslin aveva bisogno di questo?
“Deve crescere, so le sue potenzialità. Avete tutti visto la qualità e la velocità del gol. Prima questi giocatori erano i più importanti nel club in cui giocavano, ora hanno davanti giocatori bravi come loro. Devono alzare il livello, lo stanno facendo nel lavoro settimanale e quotidiano. Sono contento”.
Pedro è in questa forma per la gestione?
“A me non sorprende. È un giocatore che si allena talmente forte e sta talmente bene fisicamente… Mi sembra sia un giocatore che… non lo voglio dire, porta male (ride, ndr). I giocatori non si vedono per quello che hanno ma per quello che danno. E lui dà tanto sempre. Si allena come un ventisettenne”.
Ora c’è l’equilibrio necessario?
“Lavoriamo per attaccare, vogliamo farlo perché abbiamo i giocatori per farlo. Questo è un piccolo svantaggio rispetto alle squadre che stanno basse, anche in testa alla classifica, che fanno gare più solide. Questa squadra per me esprime il meglio quando attacca e va forte sugli esterni. I dati dicono che non prendiamo tanti tiri, questo vuol dire che la squadra deve difendersi correndo in avanti, non possiamo farlo correndo indietro altrimenti avrei bisogno di altri giocatori in campo. Ma la squadra ha capito che c’era un momento in cui andava gestita la palla e abbiamo messo tre centrocampisti, ritrovando equilibrio, manovra e pericolosità. È una situazione sulla quale lavoriamo”.
Gli attaccanti stanno un po’ mancando in fase di realizzazione. C’è un motivo?
“Anche oggi Taty ha avuto un paio di occasioni, la squadra lavora. Io gli esterni li considero attaccanti perché devono venire dentro il campo, Tchaouna poteva fare due gol in dieci minuti. Ha tiro, calcia destro e sinistro, devo portarlo dentro. Così Noslin. A me non piace l’esterno sulla linea, per me sono attaccanti aggiunti. Spesso cambiamo anche le posizioni. Stanno lavorando di squadra”.
Lazzari come sta?
“Domani fa un controllo, speriamo di riaverlo”.
Questa squadra può ambire alla Champions?
“Io sono un uomo del fare, non del dire. Che senso ha parlare? Dobbiamo lavorare. Siamo ambiziosi noi, la città, la piazza, la società. Vogliamo far bene ma sappiamo di dover passare attraverso una crescita che stiamo facendo. Che dobbiamo dare sempre tutto. Questa squadra al momento, ed è la cosa piacevole e visibile, al momento si spende e dà tutto”.
C’è qualche giocatore che deve ancora crescere di livello?
“I ragazzi stanno lavorando forte. Chiaramente io non lavoro su undici giocatori, mai fatto nella mia storia calcistica. Le più grandi soddisfazioni e i traguardi più importanti sono arrivati da chi giocava meno. Io ho bisogno di questi giocatori, arriva sempre il momento. Se non hai mai lavorato su questi giocatori non ti danno nulla poi. C’è qualche ragazzo che arriva da percorsi diversi, che magari hanno cambiato anche ruolo. Pensiamo a Tchaouna che ha fatto il sottoposta. Un po’ anche Dele-Bashiru. Ma c’è una tale partecipazione e un tale aiuto dei compagni che so che loro ci daranno tanto da subito, no c’è da aspettare molto”.
Come sta la squadra visto anche il match di giovedì?
“Non è stata oggi una gara a ritmi alti, ma per giocarla bisogna essere in due. Loro ci allungavano, calciavano, poi aspettavano stretti e schierati sotto palla. Avevano quasi il doppio terzino sull’esterno. Il Genoa ha fatto una gara complicata per noi dal punto di vista difensivo, non era facile trovare spazi e infatti siamo stati bravi e pazienti. Credo che abbiamo sempre avuto il controllo della partita tranne quei cinque minuti in cui poi ho cambiato perché c’era l’esigenza. Abbiamo ritrovato subito ritmo, presenza in campo e palleggio e ha creato le condizioni per far gol. La squadra sta bene perché ha l’entusiasmo giusto, dobbiamo passare dalla cura dei dettagli e non posiamo uscire da lì”.
Giovedì vedremo gli altri titolari col Como?
“Devo valutare, chiaramente oggi avevamo qualche giocatore tipo Gila che ha preso una forte contusione. Marusic si porta dietro un piccolo fastidio. Recuperiamo un giorno, tiriamo le fila e vediamo. Ma non è che siano obbligatori i cambi. Valuterò in base a come stanno i ragazzi”.
In poche settimane e pochi mesi ha trasformato scetticismo in affetto. Ci dice qualcosa di sé, del rapporto con la Lazio?
“Questo è un tifo che ti avvolge, sempre di più. Lo sento dai giocatori, c’è un senso di appartenenza che sentiamo tutti forti. Mi spiace non aver sentito il coro prima che me lo dicesse Del Rosso: fa capire quanto fossi incentrato sulla partita. Mi ha fatto piacere. Lo scetticismo ci poteva stare, ma so solo una cosa: darò tutto quello che ho per far bene. Lo meritano tutti: chi mi ha dato la chance, i tifosi, la squadra. Darò tutto me stesso, quindi grazie ancora”.
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