Seconda sconfitta stagionale in campionato per il Bologna, che cade all'Olimpico sotto i colpi della Lazio. Sorridono i biancocelesti, meno gli emiliani che perdono ancora terreno dalle zone per l'Europa. E proprio il tecnico dei rossoblu Vincenzo Italiano è intervenuto in conferenza stampa al termine della gara. Queste le sue parole.
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Lazio-Bologna, Italiano: “Loro in un gran momento, dopo il rosso è finita la gara”
È una sconfitta che nasce dall’espulsione?
“Io mi arrabbio perché è una cosa che ripetiamo ogni giorno, in ogni allenamento o riunione tecnica. Che ormai in questo calcio in cui tutti palleggiano e hanno qualità regalare un uomo è come regalare la partita. Ci abbiamo provato con le due punte, cercando di portarla fino alla fine, ma è un episodio che contro una Lazio in questa condizione non ti fa continuare ad avere una prestazione che fino a quel momento era buona. Mi dispiace aver tolto Karlsson e Orsolini, l’inferiorità decreta la fine della partita. Ci tenevamo, ma pazienza: mi auguro serva di lezione, è il secondo rosso che non ci permette di far punti. Mi auguro che queste situazioni vengano fatte loro dai ragazzi, è difficile stare in campo con un uomo in meno. Pensiamo a mercoledì”.
C’è altro che non le è piaciuto?
“Fino al rosso la gara mi era piaciuta tantissimo da parte dei ragazzi. Queste situazioni le attenzioni per bene ogni giorno, quando rimani in dieci non c’è partita. C’è da rincorrere, sacrificarsi e provare a portare a casa quello che si può. Quando la Lazio l’ha sbloccata si è liberata e ha giocato in modo diverso, ma fino al rosso stavamo facendo un’ottima gara con una squadra in grande salute. Penso che non ci sia nulla da dire: è difficile oggi con questo calcio senza un uomo. Dispiace anche per il dispendio di energie elevato”.
Come sta Ferguson?
“Bene dal punto di vista clinico, ora bisogna fargli aumentare minuti e ritmo. Deve migliorare la condizione, quando lo farà avremo a disposizione un grande calciatore. Oggi metterlo dentro in questa situazione non era congeniale”.
Rispetto alle altre big che avete affrontato qual è secondo lei il segreto della Lazio?
“Me la spiego perché ha giocatori forti, un allenatore che ha trovato al chiave per farli esprimere bene. Fanno risultati in coppa e campionato, c’è entusiasmo, c’è fiducia. Quando arrivi qui è difficile, l’ambiente spinge e i giocatori di livello hanno la personalità per guidare questa squadra. Sapevamo sarebbe stata difficile e si è visto oggi. Complimenti alla Lazio perché in questo momento, anche se è presto e c’è una vita davanti, è una squadra che sta bene, è pericolosa e difficile da affrontare”.
I cambi all’intervallo come mai?
“Per non lasciare un’unica punta in balia dei difensori e averne due per ripartire e rifiatare. Poi mettere dentro palleggiatori, dinamismo. Fino al loro gol tenevamo le traiettorie e non avevamo rischiato nulla, poi con il gol si è sbloccata la testa della Lazio e ci hanno messo in difficoltà. Volevamo arrivare fino alla fine e provare a metterli in difficoltà”.
Che giocatore è Castro?
“Forte. Ha vent’anni, ha tutto per diventare un grandissimo giocatore. Oggi l’ha dimostrato anche in una fase diversa rispetto al solito, mettendosi molto a disposizione. È una cosa che ha dentro, è notevole per un ragazzo così giovane. Ha margini enormi di miglioramento, sono convinto che con la testa e la fame che ha avrà un grande futuro”.
Quanto è soddisfatto della solidità difensiva della sua squadra fin qui?
“Mi fa piacere venga sottolineata la solidità, è un aspetto che mi dà fastidio averla persa dopo un 3-0 mentre eravamo in grande crescita. Potevamo vincere o perdere, lo sapevamo, ma volevamo fare una grande prestazione”.
Urbanski che giocatore è? E tutti gli altri giovani?
“Urbanski, Iling, Dominguez, Castro, Fabbian. Tutti giovani forti che devono crescere e lavorare, imparare. Ma è un piacere lavorare con questi ragazzi per l’applicazione che danno. La strada è giusta, qualche errore ci può stare ma meno ne capitano e meglio è, soprattutto quelli di concetto”.
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