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Genoa-Lazio, Mandas in conferenza: “Vogliamo la Champions. Siamo una famiglia”
Torna titolare la coppia Castellanos-Dia e la Lazio rialza subito la testa dopo l'eliminazione dall'Europa League. In gol i due attaccanti biancocelesti, una rete per tempo, che rilanciano la squadra di Baroni nella corsa Champions (con il quarto posto distante ora solo un punto). Al termine della gara Christos Mandas ha commentato in conferenza stampa la vittoria contro la squadra di Vieira.
Sei diventato protagonista, al 15° del primo tempo, dell'episodio dei fumogeni in campo. Come hai vissuto quel momento?
"Ho sentito un colpo alla schiena. Non ho sentito dolore ma del calore sulla schiena. Ho avuto un po' paura perché non stavo capendo cosa stesse succedendo".
Hai avuto paura a tornare in porta? Ti sentivi sicuro di giocare questa partita?
"Non ho avuto paura di continuare a giocare perché nel calcio non deve esserci paura. Solo quando camminavo sulla linea avevo un po' di timore che mi potessero tirare qualcosa. Solo per questo. La testa è rimasta però sempre in partita".
Come avete passato i giorni tra l'uscita dall'Europa e la gara di oggi? Come ne siete usciti?
"Dopo dei momenti difficile solo le famiglie possano continuare e andare avanti. Noi siamo una grande famiglia e continuiamo ad andare avanti. Ogni gare in questa stagione è molto importante per andare in Champions League. Vogliamo questo, andare in Champions".
In cosa sei cresciuto e in cosa ti senti ancora di dover migliorare?
"Io lavoro tanto con il mister, il possesso con i piedi, il rimanere alto per aiutare la difesa. Lavoro molto molto bene anche con i preparatori dei portieri. In squadra ci sono giocatori di alto livello e quando è così bisogna continuare così perché se non hai un livello alto non puoi giocare".
Pensi di esserti preso definitivamente la porta della Lazio?
"Anche prima mi sentivo titolare, ma non nel senso pratico del termine ma io mi sono sentito sempre pronto per aiutare la squadra. Per me è importante essere sempre stato pronto. Così alziamo il livello sia io che Ivan e questo è un bene per entrambi. Io nella mia testa penso sempre di giocare, anche quando non gioco in allenamento mi comporto come se dovessi giocare nei primi 11".
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