MANDAS: Christos, che portiere! Dà sicurezza ai compagni: esce, mette i pugni, allontana i pericoli. Salva il risultato dopo un’ora con l’ennesima parata senza senso. E quasi si inventa un super assist per Isaksen. Prova ad aiutare parando il primo rigore, purtroppo non basta. VOTO: 7.5
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Lazio-Bodo/Glimt, le pagelle della redazione: bella e maledetta, l’inesperienza pesa
LAZZARI: Dottor Jekyll e Mr. Hyde: si applica in fase di copertura, ci mette una grinta a cui non siamo abituati e la voglia di mordere le caviglie degli avversari. Peccato solo che in fase offensiva tratti il pallone con la qualità di un rozzo terzinaccio Anni Settanta. VOTO: 6.5
GILA: Lotta, sale, torna e rischia: è il Gila che conosciamo, perfetto per partite come queste. Non è certo a lui che si possono chiedere gol. VOTO: 6.5
ROMAGNOLI: Subisce subito un duro colpo su cui forse si sorvola con troppa leggerezza. È attento con un paio di interventi che allontanano ogni pericolo, poi allo scadere è ancora una volta decisivo sotto porta con una spizzata che vale oro. VOTO: 7
MARUSIC: Spinge poco, copre molto. Decisivo a inizio gara con un salvataggio, è bravo poi anche a duellare sui rinvii aerei del portiere avversario uscendo spesso vincitore. VOTO: 6 (Dal 68’ NUNO TAVARES: Che splendido calciatore di cristallo. Entra, tira - male - e poi crossa la palla del raddoppio che vale i supplementari. Che non gioca, perché si ferma e piange a dirotto dopo appena tre minuti. Forte, fortissimo. Ma maledetto. VOTO: 6.5 Dal 94' HYSAJ: Chiamato in causa per l'infortunio di Tavares, entra bene come accaduto di frequente dopo il suo reintegro. Non ha colpe sullo scivolone nell'azione che porta al gol del Bodo, che anzi è l'ennesima testimonianza di un campo forse non indimenticabile. VOTO: 6)
GUENDOUZI: Solita quantità: partecipa all’azione offensiva come può, peccando un po’ in precisione ma non facendo mai mancare la spinta e i chilometri che ci si aspettano da lui. Nel primo tempo supplementare si inventa il cioccolatino per Dia che fa esplodere l'Olimpico. Freddo dal dischetto. VOTO: 6.5
ROVELLA: Qualche sventagliata di troppo con poca precisione: non è la sua caratteristica migliore e ogni tanto dovrebbe ricordarselo. Al netto di questo solita partita intensa e di grande sacrificio, ma non basta quando ogni tocco è impreciso. Sente troppo la gara. VOTO: 6 (Dall’84’ VECINO: Entra in campo nel finale per mettere centimetri, fisico e inserimenti. VOTO: 6)
ISAKSEN: Come una zanzara fastidiosa si muove sempre sulla fascia pronto ad accentrarsi costringendo a raddoppi costanti gli avversari. Sfortunato in qualche incursione, si rifa con l’assist a Castellanos che regala speranza. VOTO: 6.5 (Dall’84’ TCHAOUNA: Entra nel momento cruciale, risponde presente con più personalità del solito nei tempi supplementari poi la perde tutta dal dischetto calciando un rigore anonimo. VOTO: 6)
PEDRO: ecco perché in partite così non si rinuncia mai a uno come lui. Carica i compagni prima della partita, prova a prendersi la squadra sulle spalle nei primi minuti carichi di tensione calciando un paio di volte in porta per stappare la gara. Nel secondo tempo sfiora il gol con un capolavoro balistico, poi esce quando la benzina finisce. VOTO: 6.5 (Dal 68’ DIA: Entra in campo e non si fa mai vedere fino a quando si infila sulla linea di porta e spinge dentro la palla che vale l'indulgenza plenaria per una seconda parte di stagione da dimenticare. Si conferma dal dischetto. VOTO: 7)
ZACCAGNI: Vive un primo tempo tutt’altro che esaltante: fa fatica, non è al top della forma e si vede. Poi si inventa un cross da cui quasi nasce il raddoppio e poco dopo prende una traversa piena di testa. Sfortunato e impreciso: non c’è combo più nefasta. VOTO: 6 (Dall’88’ NOSLIN: Che sia l’inizio di un’avventura da sogno. Finalmente cattivo sotto porta, si fionda su quel pallone con la rabbia e la voglia di un popolo intero. Lo spinge dentro e regala altri trenta minuti di sogni e speranze. Spara fuori dal dischetto. VOTO: 6.5)
CASTELLANOS: Chissà adesso cosa dirà chi ciecamente continua a dire che non sia all’altezza di essere la punta della Lazio. Un fattore costante, con lui la squadra cambia volo e ritrova vita: è l’anima guerriera di questa Lazio, ma anche lui litiga con i tacchetti (o con il campo dell’Olimpico?). Resta in campo stoicamente per assenza di cambi, forse non avrebbe dovuto calciare l'ultimo rigore che condanna la Lazio. VOTO: 6.5
BARONI: Da Lazio maledetta a Lazio in Paradiso il passo è breve ma non brevissimo. Occasioni a non finire, produzione offensiva frenetica ma costante. Nel mezzo una traversa, due salvataggi prodigiosi e altrettante parate importanti del portiere avversario. Quando tutto sembra essere finito, però, la magia dal cilindro: Noslin e Dia, perché la chiave dei successi si costruisce nei subentri. Peccato esistano anche i maledetti rigori, che condannano la Lazio a un'eliminazione immeritata e figlia del disastro in terra norvegese e della tanta inesperienza dalla panchina che non paga nel momento cruciale. VOTO: 7.5
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