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notizie
di Leonardo Mazzeo
Negli anni dei bomber, dei calciatori ignoranti e delle dirette su Instagram, c'è chi va controcorrente. Intendiamoci: qui non si vuole condannare uno stile di vita legittimo, per chi se lo può permettere. Né identificare l'intelligenza con lo studio, perché sono due cose diverse. Dello stesso parere è anche Luca Mora, capitano della Spal, prossima avversaria della Lazio, che si è raccontato di recente in una bella intervista a Il Corriere della Sera.
ANTIEROE
Personaggio che, polemicamente o no, mostra qualità del tutto opposte a quelle considerate tipiche e tradizionali dell’eroe (fonte: Treccani). Se i calciatori, per alcuni, possono essere considerati degli idoli e degli eroi, allora Luca Mora è l'antieroe. Non usa i social e studia filosofia: il suo preferito è Feuerbach, ma ha sposato l'idea di Epicuro e della sua ricerca della felicità: "Alla Spal abbiamo vinto due campionati perché eravamo felici. Direi che lottare per salire in A e lottare per salvarsi, alla fine non sono una cosa così diversa: dobbiamo essere felici di esserci, di poter dimostrare il nostro valore. Se poi ci salveremo saremo ancora più felici...".
CALCIO E STUDIO
Luca Mora è iscritto all'università: gli mancano cinque esami alla laurea, dice che giocare a questi livelli e studiare è difficile, ma non ha intenzione di mollare. Un esempio da seguire, anche se lui non vuole esserlo: "Io comunque non mi sento un simbolo e ho sempre diffidato degli idoli: mi sembrano spesso costruiti, un po’ lecchini. Però mi fa piacere l’affetto dei tifosi che si identificano in chi ci mette tutto il cuore, la grinta e la corsa. Ma senza i giocatori di classe sarebbe dura: diciamo che ognuno ci mette il suo". Diretto, obiettivo, pacato: Lucas Mora si è appassionato alla filosofia grazie al suo professore del liceo scientifico, quando ai tempi giocava a Verona, nella primavera del Chievo. Oggi gira con una Fiat Punto, anche se ha detto che la deve cambiare. E, dopo gli allenamenti del ritiro, magari si concede una birretta.
Mora è un esempio di normalità in un periodo di eccessi, nel mondo del calcio. Come i milioni sborsati per acquistare un calciatore. Ma anche nell'analizzare questo tema, il capitano degli estensi resta lucido: "Il mercato crea soldi e uno li può spendere, se vuole. Se poi vogliamo parlarne dal punto di vista etico, allora dovremmo rivedere l’80% di tutto quello che ci circonda. Non solo del calcio".
Cittaceleste.it
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