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ROMA – Non puoi essere il migliore, se non riesci mai a segnare. Correa incanta e divide, è la solita scheggia impazzita a Firenze, ma diventa un cucciolo ingenuo quando c'è da mettere la palla dentro la rete.
Pressa, accelera e inventa. Anche l'assist decisivo per Immobile. Poi corre come un matto e fa volare Terracciano. E' un cavallo imbizzarrito, ma Inzaghi gli corregge a fine partita lo spartito: “Deve migliorare in fase realizzativa, servono i suoi gol”. Già ancora troppo pochi rispetto a quello che fa Correa con quei piedi fatati. Ieri, come nel derby, un'altra partita da fuoriclasse, purtroppo senza entrare fra i marcatori. Magie incredibili, come quella che porta al gol di di Ciro e il passaggio-luce inventato per Leiva e non sfruttato. Classe immensa, Correa, eleganza, tecnica, genio. Un Tucu-taka che dovrebbe far volare la Lazio e invece la lascia sempre a mezz'aria in fase di decollo. Joaquin deve diventare più cattivo, altrimenti rischia di restare sempre un campione irrisolto. Lo si capisce anche in ogni suo numero: top player per occasioni create (4) e per la precisione (94,3%) dei passaggi offensivi completati (18 su 19). Ovviamente primo insieme a Milinkovic per dribbling (3), ma Correa alla fine è solo bellezza senza un tapin.
Cittaceleste.it
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