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ROMA - La Lega Pro alla resa dei conti. La relazione che il dottor Bernardino Feliziani ha consegnato, prima di rassegnare le sue dimissioni da sub commissario, apre una voragine, paurosa, sulla gestione del regime Macalli.
A Feliziani era stato affidato il compito di analizzare bilanci e finanze della Lega Pro. La sua relazione mette in evidenza non solo una serie di gravi irregolarità compiute dalla gestione Macalli, ma anche possibili distorsioni di provvidenze federali riconducibili al “magno” Claudio! La decisione assunta dal commercialista romano spalanca le porte per uno scandalo che potrebbe avere serie ripercussioni. Anche in Federcalcio ed in serie A.
La decisione del sub commissario è clamorosa. Le sue dimissioni sono state accompagnate da una lettera al vetriolo in cui mette all’indice il dottor Tommaso Miele (commissario) che lo avrebbe ostacolato nell’accesso alla documentazione contabile da esaminare. Contratti di consulenza inclusi. Scrive Feliziani di “indubbie carenze di carattere procedurale ed organizzativo” come di “approssimazione gestoria” della Lega Pro nell’ era Macalli.
Quelle carenze sono numerose. Dalle “autodeterminazioni economiche del Collegio dei revisori”, ai loro mancati controlli. Dal disordine nella tenuta dei verbali, alla supposta arbitrarietà della distribuzione dei fondi federali. Del potenziale quanto probabile falso in bilancio se ne era già parlato a lungo anche in precedenza.
Il commissario Miele, a detta di Feliziani, non si sarebbe “mai reso disponibile ad ascoltare ed esaminare le evidenze che via via emergevano”. Miele avrebbe invece preferito schierarsi con Guido Amico di Meane e con Giovanni Figoli. Due persone che, secondo lui, rappresentavano la continuità con un passato da estinguere. Due persone che di fatto avrebbero gestito la Lega Pro con Macalli. Due persone che avevano emesso parcelle, per compensi, a 5 zeri.
In passato anche Francesco Ghirelli aveva espresso riserve su quella gestione. Ghirelli aveva evidenziato come la Calcio Servizi Srl (amministrata da Mario Macalli, con Figoli e Di Meane) fosse un colabrodo contabile. Con una sbilancio pauroso tra la crescita del valore della produzione (minimo), contrapposto all’incremento del costo del personale ed al godimento di beni e servizi di terzi (ingiustificabili). Ghirelli per questo motivo venne licenziato in tronco. Successivamente il tribunale del lavoro di Firenze dichiarò quel provvedimento “nullo in quanto ritorsivo”.
Feliziani nella sua relazione, dettaglia una serie di costi sostenuti dalla Calcio Servizi, iscritti a bilancio nel 2014, per complessivi 408.277 euro, riferiti a consulenze amministrative e fiscali, spese legali, controllo accessi, marketing, spese viaggio e rimborsi, assistenza softwear e canoni noleggio impianti ed utilizzo licenze.
Nulla in confronto, dice Feliziani nella sua relazione, della pessima gestione della vicenda riguardante l’immobile intestato alla Calcio Servizi e locato alla Lega. L’unico, vero, bene patrimoniale della Lega Pro.
Per la cronaca: la villa (acquistata dalla fallita Società Fratelli Rosselli) è al centro di una annosa procedura fallimentare. La Lega Pro, a causa di una notifica smarrita presso la Calcio Servizi, era stata condannata (in contumacia) alla restituzione dell’ immobile. All’azienda di costruzione che risultava creditrice per lavori anteriori alla vendita. Con una transazione il problema era stato risolto. Sino al 18 giugno scorso, però, quando il Tribunale fallimentare di Napoli notifica l’insinuazione del curatore della fallita Società venditrice ed intima di liberare l’edificio. Feliziani verificato che Macalli non ha mai fatto mettere a verbale questo atto, il 22 settembre invia a Miele una lettera invitandolo a valutare l’ipotesi di presentare una denuncia alla procura della repubblica di Roma per falso in bilancio.
Nella sua relazione/denuncia Feliziani fa anche riferimenti alla mancata verifica delle attività di controllo dei conti da parte del Collegio dei revisori della Lega. Alle somme che si sarebbero dovute distribuire ai Club come contributi e che invece sono rimaste nella disponibilità della Lega stessa. Alle modalità di ripartizione dei fondi derivanti dalla vendita dei diritti audiovisivi della serie A.
Per quest’ultima voce era stato istituito un Organo. La “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”. Aveva il compito di assegnare alle squadre minori una fetta dei ricavi radiotelevisivi della partite di serie A. Si voleva, in tal modo, incentivare lo sviluppo degli impianti e la formazione giovanile. Riconoscere un premio a chi presentava i progetti migliori. Nulla di tutto questo perché quei fondi, come accertato dal sub commissario, sono stati distribuiti a pioggia. Scrive infatti il commercialista romano che nel 2014 “pur avendo presentato per importi diversi gli uni dagli altri, le 68 società della Lega Pro hanno richiesto la corresponsione di un importo uguale per tutti, di euro 44.117…detta contribuzione ha quotato euro 3.000.000 che risulta tutta distribuita”.
La Fondazione viene considerata come la seconda stampella economica con la quale la “catena” Lotito, Galliani, Tavecchio controllerebbe il calcio italiano. La prima (stampella) sarebbe rappresentata da Infront. La Società di Marco Bogarelli attualmente al centro di considerevoli e molteplici attenzioni.
Il “magno” Claudio nel corso di quella telefonata con Pino Iodice (registrata) aveva manifestato apertamente che il controllo di quei fondi era sotto la sua disponibilità. Ora la relazione di Feliziani conferma che quei fondi erano stati ripartiti con criteri assistenziali e non di merito.
La relazione Feliziani. Una denuncia. Appunto. Un tema nuovo per il Consiglio Federale di oggi 22 ottobre. Nel leggere quanto scritto i Consiglieri Federali si troveranno di fronte una immagine nitida della vicenda. Un quadro perfetto. Inequivocabile. C’era chi mentiva e sapeva di mentire. Era corretta la tesi di chi sosteneva che la governance della Lega, condotta con una politica a danno dei club, dovesse essere cambiata.
Vero come è vero, da come risulta da quella relazione, i Consiglieri Federali hanno ora due obblighi: far indire quanto prima le elezioni, restituire la governace ai presidenti dei club (rimettendosi alla loro decisione democratica) ed inviare alla Procura della repubblica gli atti perché vengano accertati eventuali fatti penalmente perseguibili. Sanno, al tavolo del Consiglio Federale, che quella è l’unica strada da percorrere.
Per quanto trapela della relazione Feliziani non si comprendono i motivi delle resistenze del dottor Miele nel fargli acquisire la documentazione necessaria (della dottoressa Scandurra, commissario alla Calcio Servizi, si sono perse le tracce? Ha elaborato documenti? Sarebbe interessante poterlo capire essendo la stessa nel punto cruciale della Lega Pro). Non si comprende neppure perché, avendo avuto in consegna la relazione il 25 settembre, non abbia il commissario Miele tirato per tempo le dovute conclusioni sulla vicenda). Strano poi che il 29 settembre (quattro giorni dopo) abbia pensato di scrivere a Tavecchio per chiedere una proroga al suo mandato.
Un’ultima considerazione. Ove le indiscrezioni sulla relazione di Dino Feliziani venissero confermate. C’è da chiedersi come potranno presentarsi, il presidente del Collegio dei Revisori dei conti della Lega Pro ed i componenti del consiglio direttivo (quelli presenti alla riunione del 23 giugno) davanti ai loro colleghi presidenti.
Quest’ultimo atto, infatti - si legge su Tuttolegapro - toglierebbe loro ogni possibilità di difesa. Anche quella usata da qualcuno che ha tentato di dire, scaricando la responsabilità su Macalli, di essere stato tenuto all’oscuro di quanto stava accadendo. Chi era presente sapeva e non ha parlato.
Un fatto è certo. A causa di ciò che dovevano fare e non hanno fatto, il danno per la Lega Pro potrebbe essere drammatico.
Per questo e non solo, si è giunti alla resa dei conti!
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