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Peruzzi e Lotito
A nulla è servita la mediazione di Maurizio Sarri, il nuovo allenatore ha tentato di convincere Angelo Peruzzi al ripensamento, ma invano. L'ex portiere della Lazio non è più il team manager della prima squadra. Non c'è ancora l'annuncio del divorzio prematuro, avvenuto con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto, ma secondo l'edizione odierna del Corriere dello Sport ci sarebbero già le firme sui documenti che sanciscono, de iure, la risoluzione tra le parti. Il fatto del misfatto, il casus belli, sarebbe stato il malcontento di Peruzzi per una non completa autonomia nell'ambito dei suoi uffici. Una questione lamentata, sovente, anche lo scorso anno - le parti furono ad un passo dallo strappo a stagione in corso - ma poi il rapporto fu ricucito. Ma si è trattata, evidentemente, di una pezza momentanea. L'amarezza, la disarmonie di vedute, era rimasta.
Il CorSport, dicevamo, non ha dubbi nonostante l'assenza di un comunicato ufficiale da parte del club - che a questo punto potrebbe arrivare nelle prossime ore - la Lazio e Peruzzi hanno risolto il contratto. Angelo, ha rinunciato al posto ed ai soldi. Si chiude quindi una storia che nessuno avrebbe voluto vedersi chiudere, nemmeno Sarri che pur non masticando ancora la storia biancoceleste aveva già intuito l'importanza del ruolo di Angelo Peruzzi.
Una storia che, dopo l'esperienza tra i pali, era ricominciata nel 2016: dopo 7 anni e 226 giorni da numero 1, ne sono arrivati altri 5 da dirigente, in un legame indissolubile con l'Aquila laziale. Cinque anni di lavoro certosino e positivo, al fianco di Inzaghi e di Farris, nonostante qualche scintilla di troppo - sovente - con il Presidente Lotito. Un rapporto non sempre facile, tra due caratteri caldi e passionali, ma comunque finalizzato al bene comune che poi è il bene della Lazio. I risultati, nonostante tutto, sono sempre stati portati a casa. Mancherà, Peruzzi, questo certo. Specie allo spogliatoio, che gli era assai legato.
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