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ROMA - E’ guarito e, per la prima volta, si svuota: "Ho vissuto un periodo difficile per motivi extra-calcistici, ma ormai è passato. Mi hanno detto che ero un giocatore finito, che volevo andar via, ma non è così", giura Marchetti. D’improvviso a gennaio scorso gli tremavano le gambe, era cupo, distratto su ciò che gli girava intorno. I continui infortuni muscolari, sino a fine stagione, spegnevano poi ogni interruttore interiore. Prima di lui era toccato all’amico Buffon e a tanti altri nelmondo del calcio, Federico era depresso: "Devo ringraziare il mister e la società che mi hanno dato fiducia e il tempo per recuperare la forma giusta". La Lazio lo ha protetto in estate, Pioli lo ha difeso a settembre quand’erano ricomparsi nuovi spettri: "Li ringrazio perché mi hanno aspettato, ora voglio ripagarli. Spero di continuare a lavorare bene. Sono convinto che il vero uomo cade, ma ha la forza di rialzarsi". Solo chi soffre d’altronde, può volare dove osano le aquile: "Questo gruppo ha qualità importanti – spiega Marchetti oggi sul Messaggero – e possiamo sfruttare il fatto di giocare una volta a settimana in campionato, senza coppe, per riprenderci l’Europa".
Cittaceleste.it
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