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ROMA - Nella finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio 2-0 sull'Atalanta, sulle tribune dello stadio Olimpico, c'era un tifoso d'eccezzione. In tribuna Tevere infatti ha assistito alla gara l'ex capitano e bandiera biancoceleste Cristian Ledesma.
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Il centrocampista argentino inaieme al figlio, rigorosamente con la sciarpa al collo ha sostenuto i biancocelesti. L'ex numero 24 biancoceleste ha parlato della finale ai microfoni di Radiosei. Queste le sue parole: "Io già faccio fatica ad andare all'Olimpico, questa volta ho sofferto di meno. Mio figlio è già grande, capisce più cose e non avevo paura che andassimo via con una sconfitta. Fortunatamente è andata bene e siamo tornati a casa felici e contenti. Una bellissima serata anche perchè è stata una bellissima partita".
Perchè pensavi che la Lazio avrebbe vinto?
"In campionato per la Lazio sarà difficile piazzarsi in un posto europeo, però quella di mercoledì era una finale. La squadra ha qualità e pensavo che se fosse riuscita a tirare fuori una buona prestazione, fisica come a Milano contro i rossoneri, ce l'avrebbe fatta".
Quanti anni ha tuo figlio e qual è il suo giocatore preferito?
"Mio figlio ha 11 anni, ad agosto ne fa 12. Dall'età di 6 anni fa parte della squadra della Lazio. Un giocatore preferito non ce l'ha, come famiglia l'abbiamo lasciato libero di scegliere. Ha già vinto tre Coppe Italia, ma ha vissuto anche lui dei momenti difficili in classi con 2-3 laziali contro tanti dell'altra squadra. Sa cosa significa essere tifoso della Lazio e sono contento per quello della vittoria di mercoledì, portare tuo figlio è una bella responsabilità. Siamo felici perchè la Lazio è la squadra che amiamo".
Che stagione è stata per la Lazio?
"Penso che sia mancata la conferma di certi giocatori, che affrontavano il secondo anno in cui dimostrare che quanto fatto nel primo non fosse casuale. Questa è la parte più difficile e credo che in parte ciò sia mancato a Milinkovic e Luis Alberto. Non c'entra il mercato, non deve entrarci altrimenti si forniscono alibi ai giocatori. La continuità di risultati e la capacità di riuscire a tirare fuori tre pareggi tra Spal, Sassuolo e Milan sono mancate. Quei punti sarebbero stati importanti, avrebbero dato la possibilità di rimanere agganciato. Bisogna anche valutare se era la Champions l'obiettivo iniziale della Lazio e se quella fosse la dimensione. Il fatto che chi stava sopra abbia sbagliato tanto ha permesso di non perdere il treno Champions fino alla fine".
Come mai alla fine la Lazio non riesce a centrarla la Champions?
"Bisogna vedere qual è il progetto della società. Noi con Reja non ci siamo arrivati per poco, ma quello non era l'obiettivo. Ci siamo arrivati con le nostre forze, ma non avevamo l'organico, non avevamo speso quanto le squadre di MIlano o la Roma, che spende spende e pure oggi si trova con le mani in tasca per vedere quanto è rimasto. Noi negli ultimi anni abbiamo venduto anche qualche giocatore che era importante. Ti ritrovi ad avere un giocatore come Milinkovic che hai pagato 10 milioni ma non era affermato. Ovviamente è stato bravo chi l'ha preso, chi ha avuo la giusta pazienza nel momento iniziale. Va messo sul piatto della bilancia chi è arrivato e ha fatto bene, ma anche chi è arrivato e non ha fatto bene".
La Lazio pur avendo le carte in regola per arrivarci, perchè quest'anno non l'ha centrata?
"Anche io posso pensare che la squadra avesse le carte in regola, però poi mi faccio una domanda. Noi abbiamo le carte in regole per demerito degli altri o perchè pensiamo che sia questa la strada per arrivare in Champions?".
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