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gazzanet
ROMA - E' considerato l'avvocato degli ultras. In realtà penalista, esperto in legislazione antiviolenza, Lorenzo Contucci, dopo ben 23 anni di militanza in Curva Sud, ha deciso di difendere in tribunale chi, come lui, per amore dei propri colori andrebbe ovunque e dovunque. Tra i suoi assistiti figura anche l’ultras napoletano "Genny a carogna". Sullo sciopero delle curve di domani è molto chiaro ai microfoni de Il Tempo: “Diciamo che sono nato in curva e l’ho frequentata per 23 anni, quindi posso dire di essere diventato avvocato proprio in curva. Stando allo stadio mi sono reso conto di come la figura del tifoso sia stata talvolta soggetta ad alcune dinamiche discriminatorie”.
PREFETTO - L’avvocato spiega cosa ne pensano i tifosi di Gabrielli: "Come chi spara con un cannone sopra una formica. Non c’è un rapporto di fiducia, i tifosi non si fidano di lui”. Poi sulla protesta da parte delle curve: “Certo che la condivido, è una forma civile e non violenta perché nessuno può obbligare i tifosi ad andare allo stadio se questi non trovano più il piacere di farlo. Barriere divisorie nelle curve, perquisizioni eccessive anche a donne e bambini, multe per chi non rispetta il proprio posto all’interno dei settori, anzi della curva. Le sanzioni finora sono state applicate in Curva Sud, non nelle tribune. Allora perché durante i concerti di Vasco Rossi o di Ligabue – prosegue Contucci - non viene utilizzato lo stesso metro per chi sosta davanti ai ballatoi o nei pressi delle uscite di sicurezza? Evidentemente non valgono per tutti”.
CONTESTAZIONI - Successivamente il legale contesta alcune affermazioni del Prefetto riguardanti episodi violenti commessi fuori dallo stadio:“C’è una contraddizione di fondo. L’anno scorso solo in due occasioni si sono registrati incidenti fuori dallo stadio: nel derby e con il Cska Mosca. Perché il prefetto dice per esempio che la curva contiene 8.700 persone e ne sono invece entrate più di 12.000? O entrano in modo abusivo ai tornelli oppure avvengono 25-35 scavalcamenti al minuto. Non mi sembra un dato credibile”. Sull’eventualità di un ritorno delle tifoserie: “Dipende da molti fattori, aspettiamo il derby poi si vedrà. Soluzione a breve termine? Non credo ci siano, forse dalla prossima stagione”. Infine sul ruolo delle televisioni riguardo la stracittadina: “Un derby che vendi in 104 paesi può perdere valore in futuro di fronte a uno spettacolo desolante. Fateci caso, al momento le telecamere fanno lo slalom per non inquadrare le curve vuote”.
Cittaceleste.it
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