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gazzanet
ROMA - Oggi al centro sportivo di Formello è venuto in visita un ex biancoceleste ricordato con affetto da tanti tifosi. Aaron Winter, ai microfoni di Lazio Style Channel, ha parlato del suo passato nella Capitale e non solo: "Sono arrivato alla Lazio nel '92. All'epoca, quando gli stranieri venivano a giocare in Italia, voleva dire che erano giocatori di grande qualità".
Poi continua: "Non parlavo bene l'italiano all'inizio. Avevo difficoltà a comunicare con i compagni e Maurizio (Manzini n.d.r.) mi ha aiutato molto, sapeva diverse lingue. Non era solo un team manager, ma una persona che ti dava sempre una mano: mi ha aiutato tantissimo. Quando sono andato via nel '99 ci siamo sentiti diverse volte ma non ho mai avuto occasione di rivederlo. Quindi oggi ho chiamato Fernando Orsi per sapere se era possibile andare a Formello e incontrarlo. È la prima volta che sono in questo centro sportivo. Quando giocavo io c'era solo un campetto e lo spogliatoio non era così".
DALL'AJAX ALLA CAPITALE
"L'ultimo anno all'Ajax ho vinto tutto, ma non ero soddisfatto. Volevo mettermi alla prova. Il campionato italiano era il migliore al mondo. Volevo far parte di una serie così importante, ero bravo e volevo farmi vedere. Dimostrare che potessi far bene anche qui. All'epoca c'era la regola che una squadra poteva avere solo 3 stranieri, di conseguenza dovevano essere i migliori del loro paese. Io mi divertivo molto con il calcio olandese, molto offensivo. E quando sono arrivato alla Lazio c'era Zeman, che già con il Foggia aveva fatto vedere un calcio molto in attacco. Mi piaceva. All'inizio ho avuto qualche problema con i tifosi. Non parlavo nemmeno più con la stampa. Mi ero detto: lasciamo parlare il campo. E così, dopo qualche tempo sono diventato l'idolo dei tifosi. Abbiamo messo le fondamenta di quella che poi è diventata la Lazio, una grande società. Dopo tanti anni siamo tornati in Europa, è stata una cosa bellissima. Stavo benissimo. Eravamo una grande squadra, compreso allenatore, fisioterapisti, team manager. Quando sono andato all'Inter è perché volevo vincere: io sono una persona ambiziosa e volevo alzare altri trofei. Solo per questo me ne sono andato".
CALCIO MODERNO
"Il calcio di oggi è cambiato, in tutti i paesi ci sono bravi giocatori. Dipende solo dalle loro scelte. Non tutti possono giocare in Italia, magari le loro qualità non si prestano bene in questo campionato. In Olanda il livello si era abbassato, ora tanti dei nostri talenti vanno in altre squadre. Per esempio, Kluivert alla Roma, anche se magari avrei aspettato ancora un po'. Il merito dell’Ajax è rappresentato dalla filosofia della Società. Bisogna credere nel proprio credo, l'Ajax ha il miglior settore giovanile, loro sanno come far crescere i giovani e portarli in prima squadra. I ragazzi evono sapere di poter giocare con i grandi, in Italia è difficile che questo accada. Ho giocato qui e so che se una squadra ha una filosofia, fra 10,15 anni produrrà calciatori per la prima squadra. Si possono vincere i campionati anche facendo crescere i giovani. Quando i calciatori provenienti dal settore giovanile non giocano, questi si misurano comunque nel weekend in partite parallele di alto livello. Si deve investire su questo".
FORMELLO E IL SOGNO
"Il centro sportivo è bellissimo, l'ideale per far crescere giovani talenti. Spendere per il settore giovanile, quando i calciatori si sviluppano, diventa anche un investimento utile per effettuare nuovi cambiamenti. L'Italia è praticamente il mio secondo paese, seguo ancora il calcio. La manovra offensiva della Lazio? Mi piace che ci sia qui un allenatore come Inzaghi che vuole fare gol, che vuole vincere la partita. L'Aron Winter di oggi? Non si possono mai fare paragoni con i giocatori! Mi piacerebbe venire a fare l'allenatore, magari anche qui in Italia. Chissà, magari alla Lazio. Se mi piacerebbe? Come no!". Nel frattempo, per tutti i fanta-allenatori lettori di Cittaceleste.it, è pronta un'esperienza pazzesca... con in palio un montepremi complessivo da 250mila euro e... un JAGUAR F-PACE! >>> SCOPRI DI PIU'
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