ROMA - La premessa è d'obbligo: attenzione alle metafore legate alla paglia. Il benpensante potrebbe subito dire: perché guardi alla pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Perché in effetti, forse è vero che in Italia ci sentiamo tutti allenatori e campioni col talento degli altri, ma se non ci ponessimo qualche dubbio e sollevassimo questioni - ogni tanto, mica sempre e mica sempre e comunque - allora vivremmo in un mondo senza contraddittorio. E la contraddizione spesso porta alla sintesi. Hegel docet. In ogni caso non è di pagliuzza che si vuole parlare in questo momento, ma di un vero è proprio pagliaio. Voi lo state cercando il Musacchio nel pagliaio?
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E ora tutti a cercare il Musacchio nel pagliaio
Ieri poteva toccare a lui. Ma Inzaghi non lo ha visto, o non l'ha voluto vedere
Mateo Musacchio, arrivato nel corso della sessione di riparazione di calciomercato, è stata la toppa scelta da Igli Tare - e Inzaghi? - per sopperire all'assenza Luiz Felipe. Il brasiliano si è operato e - probabilmente - ha terminato anzitempo la stagione in essere. Simone Inzaghi, per tenere botta, ha chiesto un difensore pronto subito, senza dover sopportare ed aspettare l'iter di adattamento di un under 22 qualsiasi pescato chissà in quale campionato. Musacchio viene dal Milan, ha 30 anni, tutta l'esperienza del mondo ed è pronto fisicamente. Insomma, non è Cannavaro, ma sicuramente l'uomo che serviva al netto delle possibilità non sempre numerose nel mese di gennaio. Eppure, ieri, non s'è visto. Forse non lo ha visto nemmeno Inzaghi - o non ha voluto vederlo - in mezzo a tutta quella potenziale scelta, forse è stato davvero come cercare un ago in un pagliaio. Un Musacchio, per questa volta. Strano però, perché riproporre Wesley Hoedt dopo gli orrori di Bergamo e mettere il 36enne Parolo a marcare - con tanto di figuraccia - il velocissimo Lukaku, non sono sembrate scelte così irrinunciabili. Insomma, tutta questa paglia non sembrava esserci, nel pagliaio biancoceleste. Il dubbio resta, e la paura che qualcuno debba già urlare di salvare il soldato Musacchio pure. Quello che davvero dovremmo chiederci, senza per ora poterci dare una risposta, è se Inzaghi consideri davvero questo giocatore, o se nel suo destino c'è la parabola Denis Vavro: da acquisto oneroso made in Tare, a soluzione invisibile agli occhi di Inzaghi. Sabato c'è la Sampdoria, Radu non è al meglio e Hoedt è infortunato, magari toccherà a lui, a Musacchio: all'esperto difensore tanto cercato e voluto. Ammesso che Inzaghi lo riesca a vedere, o lo voglia vedere, in mezzo a tutto quel pagliaio.
Giovanni Manco
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