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L'ex giornalista sportivo Riccardo Cucchi, ha rilasciato alcune dichiarazioni quest'oggi a Lazio Style Radio su alcuni temi attuali del calcio italiano. Ecco le sue principali parole:
"Ho ascoltato cosa hanno detto gli esponenti del mondo Lazio, io evito di aggiungere ulteriori polemiche. Nell'ottica biancoceleste è tutto comprensibile. Ma è difficile prendere decisioni anche per chi ha alcune responsabilità. L'apertura del 4 maggio dirà se inciderà sui contagi o meno. La difficoltà è non avere davanti una prospettiva chiara, l'incertezza genera problemi, per rimettersi in moto ci vogliono tempo e organizzazione. Capisco Tare e Parolo, il governo non ha ancora deciso. Non sanno forse manco loro se è il caso di riprendere o meno il campionato. In Europa ci sono esempi diversi: in Germania si ripartirà, in Olanda e Belgio no. L'ultima parola spetta al governo. L'incertezza è fatale. Noi siamo legati al calcio come aspetto ludico, non dimentichiamo che è la terza industria italiana. Se sono ripartite le altre, allora è giusto che lo faccia anche il calcio: questo andrebbe detto al Governo. Il posto più sicuro per allenarsi è proprio il centro sportivo, a Formello c'è grandissima attenzione. I giocatori hanno continuato ad allenarsi in casa, ma non è lo stesso e lo stop è più lungo di quello solito estivo. Più tempo si ritarda l'inizio, più tempo ci vorrà per tornare in forma ideale e scongiurare infortuni. Il ragionamento di Tare va oltre i colori biancocelesti, sono quelli di una persona che ha a cuore il sistema calcio italiano. Rimandare fa capire che c'è incertezza su cosa fare. Lotito? Ogni volta che parla sembra che scaturisca una polemica forzata, come se volesse difendere solo i suoi interessi. I tifosi biancocelesti sono stanchi, la Lazio non è il male assoluto. Nessuno ha la certezza che tornando a giocare la Lazio sia quella di prima. Riprendere non vuol dire scudetto alla Lazio. A prevalere è l'interessa per il sistema calcio senza danneggiarlo. Personalmente spero riprenda, ma senza play-off o cose del genere. Il regolamento non va cambiato e le gare giocate tutte. Le soluzioni per me sono due: riprendere a giocare o si sospende definitivamente cristallizzando la classifica. Bisognerà decidere i piazzamenti per le coppe europee e le retrocessioni. Ciò aprirebbe un'estate di contenziosi e lotte in tribunale. Di questo l'UEFA è consapevole, siamo di fronte ad un'emergenza e dovremo accettare le conseguenze. L'unica interruzione è del 1915, caso che la Lazio conosce molto bene".
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