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L'ex responsabile medico della Nazionale Italiana e presidente dell'Associazione Italiana Medici del Calcio, Enrico Castellacci, è intervenuto quest'oggi a TMW Radio su alcuni temi attuali. Ecco le sue principali parole:
"Sono emersi alcuni punti interrogativi sul protocollo che ha presentato la FIGC, che sia già rigido questo è fuori discussione. C'è stata una diatriba per quel che riguarda soprattutto i medici sociali. Hanno espresso dei dubbi già prima della riunione del governo. Si tratta di fare protocolli rigidi e semplici, in modo da applicarli in maniera lineare il più possibile. Le anomalie ci sono e andranno chiarite. Le stesse che i medici di A hanno evidenziato in una lettera. La domanda principale è cosa dovesse succedere in caso di nuova positività. La responsabilità ricadrebbe sui club perché è come un infortunio sul lavoro. La filosofia è quella di far ripartire il tutto, non esistono patenti di immunità per i calciatori. Il rischio zero non c'è, ma in un modo o nell'altro bisogna ripartire, quindi bisogna tutelare tutti. Ma bisogna eliminare il più possibile i punti interrogativi che ci sono adesso. Dopo il 18 maggio ci vorranno tre settimane di preparazione, poi si dovrà ricominciare il campionato. Le possibilità ci sono, ma i protocolli vanno chiariti perché poi subentrano responsabilità civili e penali che fanno temere la ripartenza. Sono ottimista".
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