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ROMA - Non ci sono più scuse, sono tutti sulla graticola, dall'allenatore ai big, alle seconde linee, al direttore sportivo che afferma l'importanza di proseguire in Europa League per crescere. Purtroppo le dichiarazioni non rispecchiano la realtà, la Lazio ha perso 8 delle ultime 10 partite europee, dimostrando di non essere poi così interessata a crescere, almeno nella seconda competizione continentale. Insomma o Champions o ci si lascia morire di fronte a squadre che faticherebbero nella serie A italiana, solo perché si è tanto capricciosi da snobbare un trofeo che servirebbe proprio a fare esperienza sul campo, per essere pronti per i palcoscenici prestigiosi della Champions. Puntare tutto sui primi 4 posti in campionato può essere un rischio con una rosa così corta. Già nel 2017-2018 tra errori arbitrali, match point gettati al vento e infortuni nel finale di stagione di Immobile, Luis Alberto e Parolo, l'obiettivo era sfumato al fotofinish. Anche l'anno scorso, in un momento cruciale come quello della doppia sfida con il Siviglia e la trasferta di Marassi con il Genoa, ci si trovò con la rosa ridotta all'osso a causa degli infortuni. Prevenire è meglio che curare, perché se dovesse mai capitare un qualsiasi malanno ad uno dei titolarissimi, il pericolo precipizio sarebbe dietro l'angolo. Per un punto Martin perse la kappa, la Lazio per un goal perse la coppa, ecco perché i minimi particolari sono fondamentali, come il dotare la squadra di riserve all'altezza che possano dare un contributo importante anche solo in un match decisivo. Lotito è avvisato, si metta una mano sul cuore e una nel portafoglio. Comprare tanto per comprare è controproducente, ma comprare per vincere non lo è in nessun universo.
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