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Lazio, ecco perché si può sognare oltre il quarto posto

redazionecittaceleste

Dagli scontri diretti vinti ai gol a raffica d’Immobile passando per la rinascita delle fasce e le gare da preparare in una settimana

ROMA - Una rimonta col botto. Riacciuffato il quarto posto, adesso si punta ancora più in alto. Lo mormorano e ci pensano tutti a Formello. Il ritorno in Champions diventa quasi l’obiettivo minimo, perché con questo nuovo trend sognare non è più proibito. Riecco la Lazio dei 21 risultati utili di seguito, anche se sei vittorie consecutive sono ancora lontane da quel cammino mostruoso. I biancocelesti hanno ancora sei punti in meno dello scorso anno, ma hanno superato sicuramente il momento critico. Rimane il rimorso, ma può essere colmato in questo girone di ritorno. I risultati a singhiozzo della prima parte di stagione hanno emesso il primo verdetto nel confronto con questo 2021: quando Inzaghi ha una settimana intera per preparare un incontro, non c’è speranza per nessuno. In questo senso l’uscita – seppur sofferta – dalla Coppa Italia rappresenta già un vantaggio. Col Bayern la Lazio ci proverà, ma servirà un miracolo. Gli ottavi sono già un traguardo storico, i quarti sarebbero il paradiso (c’è pure il premio di tre milioni fissato da Lotito). In caso d’addio, però, si potrebbe pensare solo ed esclusivamente al campionato senza più turnover e con il blocco unico di cui Inzaghi non può fare a meno. Fra le righe domenica sera lo ha detto pure il tecnico: questa rosa non può competere su tre fronti senza risentirne oltremodo, ha bisogno sempre dei suoi 12-13 top player e non può rinunciare ad alcuno. La stagione passata Inzaghi aveva deciso di “snobbare” con i rincalzi l’Europa League per procedere in Italia spedito. Dopo il lockdown le gare di Serie A ogni tre giorni hanno ripresentato l’ostacolo su cui infatti si è perso. Un richiamo di preparazione difficile, gli infortuni e il taglio degli stipendi hanno fatto il resto.

UNIONE

Ironia del destino, ora tutto va per fortuna al rovescio in meglio. Lotito ha pagato due mesi ai giocatori in anticipo, tratta la firma d’Inzaghi sul rinnovo (sino al 2024) ed è pronto ad andargli incontro pure sulle garanzie economiche per il suo staff tecnico. Continui dissapori e divergenze di vedute fra lui, il presidente, Peruzzi (sul caso Luis Alberto) e Tare (accostato al Lipsia) avevano un po’ minato l’unione dirigenziale da agosto. Il Natale e i risultati hanno ricementato il sodalizio. Così pure lo spogliatoio è tornato granitico e sempre più pieno: l’infermeria è praticamente (tranne Luiz Felipe e Strakosha) vuota e il nuovo anno ha pure restituito Lulic, il capitano. Milinkovic immenso, sulle fasce Marusic e Lazzari (10 assist in due) hanno trovato un’ impressionante continuità di presenze e rendimento.

BIG

La differenza però la fa sempre Ciro.ROMA Una rimonta col botto. Riacciuffato il quarto posto, adesso si punta ancora più in alto. Lo mormorano e ci pensano tutti a Formello. Il ritorno in Champions diventa quasi l’obiettivo minimo, perché con questo nuovo trend sognare non è più proibito. Riecco la Lazio dei 21 risultati utili di seguito, anche se sei vittorie consecutive sono ancora lontane da quel cammino mostruoso. I biancocelesti hanno ancora sei punti in meno dello scorso anno, ma hanno superato sicuramente il momento critico. Rimane il rimorso, ma può essere colmato in questo girone di ritorno. I risultati a singhiozzo della prima parte di stagione hanno emesso il primo verdetto nel confronto con questo 2021: quando Inzaghi ha una settimana intera per preparare un incontro, non c’è speranza per nessuno. In questo senso l’uscita – seppur sofferta – dalla Coppa Italia rappresenta già un vantaggio. Col Bayern la Lazio ci proverà, ma servirà un miracolo. Gli ottavi sono già un traguardo storico, i quarti sarebbero il paradiso (c’è pure il premio di tre milioni fissato da Lotito). In caso d’addio, però, si potrebbe pensare solo ed esclusivamente al campionato senza più turnover e con il blocco unico di cui Inzaghi non può fare a meno. Fra le righe domenica sera lo ha detto pure il tecnico: questa rosa non può competere su tre fronti senza risentirne oltremodo, ha bisogno sempre dei suoi 12-13 top player e non può rinunciare ad alcuno. La stagione passata Inzaghi aveva deciso di “snobbare” con i rincalzi l’Europa League per procedere in Italia spedito. Dopo il lockdown le gare di Serie A ogni tre giorni hanno ripresentato l’ostacolo su cui infatti si è perso. Un richiamo di preparazione difficile, gli infortuni e il taglio degli stipendi hanno fatto il resto.

UNIONE

Ironia del destino, ora tutto va per fortuna al rovescio in meglio. Lotito ha pagato due mesi ai giocatori in anticipo, tratta la firma d’Inzaghi sul rinnovo (sino al 2024) ed è pronto ad andargli incontro pure sulle garanzie economiche per il suo staff tecnico. Continui dissapori e divergenze di vedute fra lui, il presidente, Peruzzi (sul caso Luis Alberto) e Tare (accostato al Lipsia) avevano un po’ minato l’unione dirigenziale da agosto. Il Natale e i risultati hanno ricementato il sodalizio. Così pure lo spogliatoio è tornato granitico e sempre più pieno: l’infermeria è praticamente (tranne Luiz Felipe e Strakosha) vuota e il nuovo anno ha pure restituito Lulic, il capitano. Milinkovic immenso, sulle fasce Marusic e Lazzari (10 assist in due) hanno trovato un’ impressionante continuità di presenze e rendimento.

BIG

La differenza però la fa sempre Ciro. Ancora a segno, con il quattordicesimo centro. Solo Inter (Lukaku), Milan (Ibra) e Juve (Ronaldo) hanno un fenomeno così in attacco eppure contro di loro la Lazio non ha mai sfigurato né fallito. I rossoneri hanno vinto solo nel recupero, domenica c’è un altro esame verità contro i cugini a San Siro. I biancocelesti sinora in trasferta avevano sempre fatto meglio, ma ora pure l’Olimpico (5 vittorie) è tornato amico. E perché non considerare deja-vu dello scudetto centrato sempre l’anno dopo averlo sfiorato.

Alberto Abbate a segno, con il quattordicesimo centro. Solo Inter (Lukaku), Milan (Ibra) e Juve (Ronaldo) hanno un fenomeno così in attacco eppure contro di loro la Lazio non ha mai sfigurato né fallito. I rossoneri hanno vinto solo nel recupero, domenica c’è un altro esame verità contro i cugini a San Siro. I biancocelesti sinora in trasferta avevano sempre fatto meglio, ma ora pure l’Olimpico (5 vittorie) è tornato amico. E perché non considerare deja-vu dello scudetto centrato sempre l’anno dopo averlo sfiorato.

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