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ROMA - Il responsabile della comunicazione della Lazio, Arturo Diaconale, come ogni lunedì ha pubblicato il suo pensiero nella rubrica da lui ideata ed intitolata "Taccuino Biancoceleste":
"È bene fare un passo indietro rispetto al caos generale in cui è piombato il calcio a causa del Coronavirus. E tornare sulla polemica precedente, quella sul mancato anticipo di Atalanta-Lazio. In cui ciò che colpisce non è la disparità di giudizio. Nessuno mette in discussione l’interesse dell’Atalanta ad anticipare di un giorno la partita con la Lazio per avere 24 ore in più di riposo e di preparazione in vista dell’incontro del martedì successivo con il Valencia. Al tempo stesso nessuno dovrebbe mettere in discussione l’interesse della Lazio a non anticipare di un giorno la gara con l’Atalanta per usufruire di tutto il tempo necessario per far riposare i giocatori e preparare al meglio una partita con una diretta concorrente per la Champions. I due interessi sono entrambi legittimi e comprensibili. Ciò che colpisce ed irrita però è che mentre l’interesse de l’Atalanta è stato santificato, quello identico della Lazio è stato criminalizzato dai commentatori dei media settentrionali ben felici di rispolverare i soliti pregiudizi acrimoniosi nei confronti della società biancoceleste e del Presidente Claudio Lotito arricchendoli, per l’occasione, con una robusta dose di moralismo da strapazzo. Le ragioni di questa disparità di giudizio e di tanta animosità sono facilmente comprensibili. La fase finale dell’attuale campionato è segnata dalla sfida della Lazio a Juventus, Inter per lo scudetto ed all’Atalanta (almeno fino a questo momento) per il quarto posto che vale la Champions. Creare un clima ostile all’incomodo della Capitale può aiutare a rendere la sua corsa più complicata ed difficile. Che c’è di meglio di un po’ di criminalizzazione fatta di pregiudizi conditi da un pizzico di razzismo territoriale per rendere incandescenti i campi di Torino e Bergamo dove la Lazio si giocherà una parte delle sue ambizioni? Tutto questo, però, non preoccupa e spaventa affatto. Quando il gioco si fa duro, si dice, i duri incominciano a giocare. E nella Lazio i duri non mancano! A partire dal suo Presidente che dopo aver difeso le ragioni della sua società ora si batte per far uscire il calcio nazionale dal caos da Coronavirus che minaccia la conclusione corretta del campionato".
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