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La partita di ieri sera tra Roma e Borussia Monchengladbach sarà ricordata, più che per il ritorno al goal di Zaniolo, per il rigore assegnato dal direttore di gara William Collum al 94’ che ha permesso ai tedeschi di pareggiare il match in extremis. Rivedendo le immagini è subito stato chiaro come il penalty fosse assolutamente inesistente, Smalling tocca il pallone con il volto e non con la mano.
L’inadeguatezza del fischietto scozzese aveva già fatto discutere in occasione di un incontro disputato il 4 aprile di 6 anni fa, si trattava di un quarto di finale di Europa League e la vittima di Collum era stata proprio la S.S.Lazio. Per un tifoso è difficile dimenticare quella sera in cui i biancocelesti affrontarono il Fenerbahce in Turchia ed uscirono sconfitti per 2 a 0 subendo un arbitraggio a senso unico.
Tre episodi contestati –. Nel primo tempo rigore sacrosanto per atterramento di Ederson da parte di Mehmet Topal, non concesso da Collum. L’arbitro di Glasgow interpreta come volontario un tocco di mano di Radu ed assegna il penalty al Fenerbahce. L’espulsione di Onazi è severa, ma potrebbe anche ritenersi accettabile. L’ultimo episodio che taglia le gambe alle Lazio è l’assegnazione del calcio di punizione che Kuyt trasforma nel 2 a 0 per i turchi. L’azione è chiaramente viziata da un fallo su Stefano Mauri.
Nel match di ritorno all’Olimpico i capitolini pareggeranno 1 a 1, concedendo il pass per le semifinali ai canarini gialli.
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