ROMA - Non aspettava altro, Lotito. Gli vengono contestate dalla Procura Federale violazioni del Protocollo, ora pretende lo stesso rispetto. Ed è pronto a d andare fino in fondo: si costituirà come parte civile, la Lazio, a differenza della Juve col Napoli, che aveva assistito come spettatore esterno. Se non dovesse essere assegnato il 3 a 0 a tavolino, sarebbe invece il presidente biancoceleste a fare ricorso alla Corte Sportiva, poi al Collegio di Garanzia e poi addirittura al Tar pur di far valere il suo pensiero. Così i tempi rischierebbero di paralizzare l’intero campionato perché Lazio-Torino da rigiocare (quando?) potrebbe anche compromettere la classifica finale in ottica sia salvezza che Champions. Un pericolo che fa tremare anche la Figc e l’appena rieletto presidente Gravina per il futuro. E non è un caso che si stia comportando così, proprio Lotito.
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Caso Tamponi, Lotito prova il “baratto”: prima udienza ferma al 16 marzo
Ad Avellino intanto crolla il capo d'accusa di pandemia colposa. Slittata invece la prova del Dna
BARATTO
Può tornare d’aiuto quanto accaduto con Lazio-Torino. Se non succede nulla al club di Cairo, allora la Figc deve avere un occhio di riguardo anche per la società capitolina nell’imminente processo in cui viene contestata la violazione (mancante comunicazioni all’Asl) del Protocollo. Nessuno slittamento al 23 marzo al momento: «Ci vedremo per la prima udienza dinnanzi al Tribunale Federale il 16 marzo alle 15 – conferma l’avvocato Gentile – e lì capiremo se ci sarà poi un ulteriore aggiornamento successivo. Di certo non si tratta di una questione che si esaurirà in un giorno». Intanto sul piano penale, dopo l’interrogazione, cade il capo d’accusa d’epidemia colposa sull’amministratore Taccone e Futura Diagnostica ad Avellino. Slittata invece la prova del Dna per Immobile e compagni prevista per il primo marzo perché fissata proprio alla vigilia della sfida col Torino. Uno scontro mai iniziato e mai finito.
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