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Lazio: parla Francesco Acerbi
ROMA - Francesco Acerbi ha parlato ai microfoni ufficiali della Lazio:
Voglia di ripartire
"Mi sento un leone in gabbia, spero che torni presto la normalità. Mi manca fare quello che amo, dal lavoro all'andare al bar a bere un caffè. Normale che poi ci si abitua a tutto, ma quando si ripartirà saremo i primi a scendere in campo. Ora siamo obbligati ad aspettare, lo faccio tenendomi impegnato. Non decidiamo noi".
Gli allenamenti
"Mi alleno praticamente tutti i giorni facendo delle doppie sedute. Ho messo apposto il polpaccio, corro e vado in bici. Abbiamo delle tabelle e vedo di rispettarle, ma la mia prioriotà era guarire dal fastidio al polpaccio".
Scaricare le energie
"Sono abituato a stare in casa e mi sono adattato in fretta. Mi tengo allenato da sempre, soprattutto per occupare la mente. Quando ci chiameranno sarà pronto nel migliore dei modi".
Tempo di riflettere
"Io rifletto sempre e ragiono spesso. Ho sempre qualcosa a cui pensare. Ho uno psicanalista con cui mi confronto quotidianamente. Per quanto mi riguarda penso spesso al campionato, ma senza riflettere troppo su quello che sarà. Sono troppe le varianti, chissà quando tornerà la vita vera. Evito di pensare a cose troppo cervellotiche per evitare l'ansa. Mi concentro su me stesso e su cosa possa migliorare per me e per la Lazio. Con il campionato era più facile. Ora l'obiettivo è stare in forma, ma senza le gare abbiamo perso qualcosa. Speriamo che presto ci dicano di riprendere".
Strutturato mentalmente
"Sono sereno, il periodo passerà. Ho vissuto situazioni nella vita che mi hanno temprato. Per il resto, mi privo volentieri di uscire se ci guadagna la salute degli altri".
La Lombardia, la mia regione
"I miei abitano a Milano, li sento spesso. Stanno bene anche se sono stati momenti duri. Il pericolo resta ma l'importante è che se ne possa uscire. Per il calcio ma non solo. La salute degli altri per me è fondamentale. Il pallone è bello, per le economie ma anche per la passione. Noi possiamo vincere il campionato, ma se mi guardo intorno penso anche agli altri, a chi non ha lavoro per sempre. Se mi chiamano per tornare a Formello sarò il primi a partire. Il virus va contenuto al massimo".
Il futuro del calcio
"Il calcio continuerà come sempre, magari per uno o due anni ci saranno delle turbolenze. Sto sentendo tante ipotesi, ma bisognerà aspettare per sapere la verità. Io credo e spero che il 4 maggio si potrà piano piano ripartire. E chissà che tra un mese il contagio non possa scendere ulteriormente"
I compagni
"Ogni tanto ci sentiamo e ci confrontiamo. Ognugno ha le sue cose da fare, ma è bello sentirci per passare un po' di tempo insieme. L'importante è che stiano bene, presto ci rivedremo. Non sono cambiati".
Gli Euro2020
"Per una volta che potevo giocare è saltato tutto! Lo prendo come un segno del destino, evidentemente non dovevo giocare. Sicuramente ricomincerò il prossimo anno volenteroso di ottenere una convocazione in Nazionale. Su questo non ho dubbi"
Partite a porte chiuse
"Secondo me sarà orrendo. Il tifo e le persone sono quelli che animano il calcio, i calciatori vengono dopo. Non riesco ad immaginarlo senza gli spalti gremiti. Non sarà facile giocare ogni 3 giorni in condizioni così particolari. Chi avrà i nervi più saldi vincerà. Noi lo scudetto lo meritiamo".
Sulle parole di Stam
"Gli ricordo lui quando giocava? Mi fa piacere che sia a conoscenza di quello che stiamo facendo. I complimenti significano che sto facendo bene. Quest'anno però tutti devono sentirsi importanti, giro i complimenti a tutti i miei compagni. Senza il gruppo non saremmo secondi in campionato".
Il rendimento della difesa
"Merito anche di Luis Alberto e Milinkovic in fase di non possesso. Per non parlare di Correa, Immobile e Caicedo, sono loro ad iniziare il primo pressing. Se tutti ci aiutiamo evitiamo di prendere goal. Siamo anche molto offensivi, si corre tutti insieme per non perdere la posizione. Quando questo accade per gli altri è difficile. Abbiamo due ottime fasi".
Oltre agli allenamenti
"La mia giornata tipo: alzarmi, colazione e cyclette, oppure corsetta vicino casa. Poi aspetto il pranzo, vedo un po' di tv e mi rialleno, prima di andare a dormire faccio qualche chiamata. A mezzanotte al massimo prendo sonno. La mia vita non è cambiata molto. Non mi dispiacerebbe fare yoga".
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