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Zola: “Lazio-Roma? Ecco cosa penso. Pedro lavoratore infaticabile, Sarri…”

Zola e Sarri
Il pensiero dell’ex calciatore sulla stracittadina in programma questa sera alle 20:45 allo stadio Olimpico tra biancocelesti e giallorossi
Stefania Palminteri Redattore 

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In vista della gara tra Lazio e Roma è intervenuto sulle colonne del Corriere dello SportGianfranco Zola. Così l’ex calciatore ha analizzato la stracittadina in programma questa sera allo stadio Olimpico: “Volete un parere neutro, giusto? Ma sì, ribaltiamo queste consuetudini dei grandi ex che ragionano solo con il cuore. Sarò spietato. Gioco d'anticipo. L'ho sempre fatto, altrimenti non avrei mai toccato palla”.

Ma lei aveva la classe del dieci, altroché.

Avevo poche qualità, ma le sfruttavo bene”.

Dicono che oggi Zola vincerebbe il Pallone d'Oro.

Ognuno è figlio del suo tempo. Oggi forse gli allenatori non saprebbero dove mettermi in campo e mi ingabbierebbero in qualche schema”.

Perché stanno scomparendo i fantasisti?

La costruzione dal basso, la ricerca esasperata delle combinazioni, la fisicità e le 60-70 partite l'anno stanno trasformando i dieci in qualcosa di diverso. La qualità del gioco è cresciuta, però stiamo smettendo di fare ‘wow’. Prima ogni squadra aveva un calciatore che ti lasciava a bocca aperta. Andavi allo stadio per vedere Diego che metteva Careca davanti alla porta o che segnava dopo aver fatto due dribbling”.

Il derby di Roma non avrà il suo ‘wow’ in giallorosso: Dybala.

È uno degli ultimi gioielli. Peccato per l'infortunio. Paulo è un animale raro: quello che una squadra fa in cinque passaggi, lui lo fa con uno. Lo adoro. Anche se la prima volta che l'ho incontrato mi ha fatto incazzare”.

Racconti pure.

C'è poco da dire. Palermo-Cagliari, allenavo i rossoblù e mi ha segnato due gol”.

Senza Dybala, chi può accendere la luce nella Roma?

“Stimo molto Soulé. Lo seguivo dai tempi della Juve Next Gen. Ha solo bisogno di trovare fiducia nei mezzi tecnici che ha”.

E per la Lazio?

Zaccagni è il creativo, il fantasista moderno. E poi c'è l'eterno Pedro, che ho avuto il piacere di allenare con Sarri al Chelsea”.

Qual è il segreto dello spagnolo?

È un lavoratore infaticabile, nonostante abbia vinto tutto. Giroud stravedeva per lui, con tutti quegli assist che gli faceva”.

La Lazio di Baroni è partita forte e ora sembra in calo.

Subisce troppi gol, ma Baroni ha fatto un lavoro straordinario cambiando la mentalità della squadra e votandola all'attacco. È un processo lento, ma in Europa League questo stile rende”.

A Londra ha lavorato con Sarri. Si è dato una spiegazione sul suo addio alla Lazio?

Qualcosa dev'essersi rotto, perché spendeva parole dolcissime per l'ambiente. Di Maurizio si può dire che fuma troppo, che si arrabbia esageratamente, ma nessuno può dire che non migliora le squadre. I giocatori lo sanno: lavorando molto sulla ripetitività, crea gli automatismi giusti. Mi sorprende che non abbia ancora una squadra”.

Mourinho e Sarri sono state due occasioni perse per Roma e Lazio?

A Roma si fa l'errore di sopravvalutare le squadre. Nonostante ciò, José ha raggiunto due finali europee, Maurizio un secondo posto. l'asticella delle ambizioni l'hanno alzata entrambi”.

Parliamo di Ranieri?

Un maestro. l'ho avuto a Napoli quando avevo 24 anni e poi a 35, prima di smettere. Diciamo che i capelli bianchi glieli ho fatti venire io. E un gigante nel rendere solide le squadre. Lo dimostra la rimonta che ha fatto con la Roma, era in zona salvezza e adesso si gioca l'Europa. Fosse arrivato prima, ora lotterebbe per lo scudetto”.

Diceva che dopo Cagliari avrebbe smesso.

Non ci ho creduto nemmeno per un secondo”.

Al fatto che troverà un altro allenatore, invece, ci crede?

Qualsiasi cosa decida di fare, l'importante è che non resti lontano dal calcio”.

Chi va in Champions?

Sono tutte in corsa, fino alla fine. Ma è bene che qualcuno svegli il nostro calcio, un gigante addormentato”.

Su cosa dovremmo aprire gli occhi?

Sulla mancanza di fiducia nei giovani. I vivai lavorano bene, manca poi il passaggio in prima squadra. Una volta venivano fuori i Baggio, i Mancini, i Signori. Certo, manca il calcio di strada che era un posto straordinario per coltivare il talento. Ma è una tendenza europea e altrove creano comunque le condizioni per far esplodere Yamal o Musiala”.

In Lega Pro è nata la 'Riforma Zola'.

Abbiamo la necessità di creare più qualità e diventare più sostenibili. Quindi, se fai giocare un ragazzo cresciuto in casa ti incentiviamo economicamente, poi destiniamo risorse affinché i vivai siano più efficienti in termini di istruzione, allenatori, strutture e campi adeguati. È una rivoluzione”.

A Roma crescono sempre meno giovani pronti per la Serie A.

Roma e Lazio non devono rinunciare al loro ruolo di catalizzatori e promotori del talento locale”.

Da calciatore la Lazio è stata la sua vittima preferita.

Le ho segnato 10 gol in 17 partite. Tutti importantissimi”.

Il ricordo più vivo contro la Roma?

Parma-Roma 1-0, 30 stagioni fa. Mio gol al 90', da fuori area e di sinistro, all'angolino”.

Ci aiuta a capire perché a Roma si vince uno scudetto ogni 30 anni?

Forse per la pressione esagerata sulle squadre, che a volte può inibire i calciatori. A Roma si parla di calcio 24 ore al giorno e la presenza dei tifosi si sente... forse un po' troppo”.

In definitiva, che derby sarà?

Sul risultato non mi sbilancio, sulla tattica sì: la Lazio cercherà di comandare il gioco e la Roma proverà ad approfittarne con le ripartenze”.

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