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Zaccagni: “Vi svelo il segreto di questa Lazio. Baroni? È bravissimo a…”
Lunga intervista concessa da Mattia Zaccagni ai microfoni dei canali ufficiali della Lega Serie A. Il capitano della Lazio si è raccontato tra passato e obiettivi futuri, parlando anche della Nazionale e di Baroni. Queste le sue parole: “Stiamo facendo un percorso molto positivo. Per far questo ci vogliono tante piccole cose, tanti piccoli particolari. A partire dal lavoro della società fino a quello dello staff tecnico e medico. Stiamo tutti facendo un grandissimo lavoro e siamo molto contenti di questo. Il calcio di oggi prevede tanto lavoro sulla testa, Baroni lo fa molto. Con ovviamente anche tutte le cose tecniche e tattiche del campo, ma il mister è davvero bravo a lavorare sulla nostra testa.
L’obiettivo è sempre quello di scendere in campo e divertirsi, perché se lo fai significa che fai le cose giuste. Proviamo sempre a dare il 110% in campo, è quello che chiede il mister. Lui dice che se mettiamo umiltà e foga in campo diventa tutto più facile. Io, Guendouzi e Rovella? Ognuno ha qualcosa di diverso. Siamo molto bilanciati. Io quest’anno sono molto libero in campo, il mister mi lascia libero stare largo e venire dentro, mi piace molto questa cosa. E Guendouzi e Rovella stanno facendo una stagione fantastica. Noi limiti non ce ne poniamo, siamo consapevoli di essere una squadra forte che può raggiungere grandi obiettivi, ma il nostro obiettivo è sempre la partita che deve arrivare.
L’esultanza con le mani alle orecchie? Quando faccio gol, soprattutto all’Olimpico e sotto la Curva, mi viene istintivo andare lì. I tifosi ti danno qualcosa che è raro percepire, anche durante la vita di tutti i giorni. È bello ricevere questo calore e questo affetto da parte dei tifosi, anche fuori casa cerco di andare sotto il loro spicchio. È bello sentire la vicinanza. Le orecchie è un gesto che mi viene di istinto, l’arciere è nato quando sono arrivato alla Lazio. Mi piace e lo porto avanti. Mio figlio Thiago sotto la Curva? A lui piace molto, anche giocare in casa a calcio. Quando posso come ho fatto contro il Monza mi fa sempre piacere portarlo, poi quella volta abbiamo vinto e l’ho portato anche sotto la Curva. Ancora parla poco, ma si fa capire. È molto espressivo, sotto la Curva ha salutato anche lui i tifosi. È rimasto molto contento.
Sicuramente sto facendo una bella stagione, ma il mio obiettivo è sempre quello di migliorarmi. Voglio migliorare numeri e prestazioni. Il mio sogno è sempre stato quello di giocare a calcio. Piano piano è diventato sempre più grande vedendo l’obiettivo della Serie A vicino e sono riuscito a realizzarlo. Ora ho in testa tanti sogni e obiettivi, proverò a organizzarli. Papà mi ha sempre trasmesso la sua passione, ma non c’è stato neanche tanto bisogno di trasmettermela: era una cosa che avevo dentro, che mi sentivo già a quattro anni. Mi hanno dovuto iscrivere a scuola calcio perché in casa non mi tenevano più e rompevo le cornici, era meglio andare al campo. Sono nato sulla spiaggia poi, anche lì mi divertivo sempre col pallone.
Del Piero? È sempre stato il mio idolo, fin da piccolo. Ho sempre studiato il suo tiro, i suoi gol e le sue prestazioni. Mi ha scritto dopo Monza, ci siamo sentiti spesso anche dopo la Nazionale. Abbiamo un bel rapporto. Già da ragazzino, verso i 14-15 anni, mentre i miei compagni avevano già raggiunto lo sviluppo io dovevo ancora formarmi fisicamente. Giocavo con i più grandi ma vedevo tanta panchina. Ma la mia passione mi ha tenuto sempre lì sul pezzo, ho cercato sempre di fare le cose per bene e questo mi ha portato a essere dove sono oggi. La tigre tatuata? È un animale che mi piace tanto, l’ho tatuata per questo. La Nazionale? Farne parte è sempre fantastico, il mio obiettivo è sempre quello di essere nel gruppo rispettando ovviamente le scelte del mister. Lavoro ogni giorno per questo.
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