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Veron: “Lazio nel mio cuore, Sarri mi piace. Col Bayern serve l’impresa: punto su…”

Veron
Le parole dell'ex calciatore biancoceleste, intervistato alla vigilia del match di Champions League con i bavaresi dalla Gazzetta dello Sprot
Stefania Palminteri Redattore 

Oggi vive in Argentina, ma segue sempre da vicino la Lazio: non si dimenticano facilmente gli anni di trionfo. Lo sottolinea del resto lo stesso Juan Sebastian Veron, intervistato alla vigilia della gara di Champions contro il Bayern Monaco dalla Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole, a partire da una battuta sul suo possibile ritorno in campo con la maglia della Lazio. “Se potessi, se non avessi quasi quarantanove anni, non mi tirerei indietro. La Lazio è rimasta nel mio cuore. Come si possono dimenticare due anni nei quali ho vinto uno scudetto, una Supercoppa Europea battendo in finale il grande Manchester United, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia? Sono medaglie che porto orgogliosamente al collo”.

Sta seguendo la stagione della squadra di Sarri?

Come no? In campionato è stata un po’ discontinua, però ha ancora la possibilità di entrare in zona coppe. E in Champions League, superando il primo girone, secondo me ha compiuto una specie di miracolo”.

In che senso?

Era nel gruppo con Atletico Madrid, Feyenoord e Celtic e si è qualificata con un turno di anticipo. Non era semplice, soprattutto se pensiamo che al mercato estivo era stato ceduto il miglior giocatore, Milinkovic-Savic, e non era stato sostituito con un altro campione. Quindi, complimenti per il percorso compiuto finora. Adesso, però, serve un’accelerazione”.

Per superare il Bayern Monaco serve un’impresa. Si può fare?

Sono d’accordo sul fatto che serva un’impresa, perché i tedeschi sono superiori. Hanno maggiore qualità tecnica, hanno più esperienza internazionale e, probabilmente, sono anche più forti fisicamente. Però il calcio mi ha insegnato che nulla è impossibile, esiste sempre una speranza che va inseguita. Altrimenti tutte le partite e tutti i tornei li vincerebbero i migliori, e invece questo non accade. Le sorprese sono dietro l’angolo e la Lazio, se fa le cose giuste, può essere una sorpresa”.

Quali sono le cose giuste?

Parlo soprattutto dell’aspetto psicologico. Non bisogna sentirsi battuti in partenza, altrimenti è inutile scendere in campo. E poi si deve giocare “di squadra”, come un collettivo. Dal punto di vista individuale il Bayern è superiore, su questo non c’è dubbio, ma se la Lazio affronta i tedeschi con la determinazione di un gruppo solido, pronto ad aiutarsi in ogni circostanza, allora può farcela. Sono dettagli importanti che Sarri ha sicuramente curato nei giorni della vigilia”.

Le piace Sarri come allenatore?

Mi piace la sua idea di calcio. Vuole giocarsi le partite, cerca di imporsi, ha come obiettivo il dominio del campo. Poi, lo sapete bene, la differenza la fanno sempre i giocatori. Se hai i fuoriclasse, è più facile vincere. La mia Lazio, che aveva Mancini, Mihajlovic, Nesta, Stankovic, Nedved, Salas, non avrebbe temuto più di tanto questo Bayern. Ma adesso è un’altra storia, e ci si deve adeguare”.

Si sbilanci: come finirà?

Non mi piace fare previsioni, ma dico che sarebbe un grande risultato se la Lazio riuscisse a tenere aperta la sfida in vista della gara di ritorno. Sarà fondamentale lo spirito di sacrificio del gruppo e l’aiuto del pubblico dell’Olimpico. I ragazzi di Sarri vanno sostenuti in ogni momento della partita, soprattutto quando si troveranno in difficoltà, perché sono sicuro che contro il Bayern ci sarà anche da soffrire. D’altronde, se facciamo un paragone tra gli investimenti economici dei tedeschi e quelli della Lazio, si capisce in fretta da che parte pende la bilancia. Però, come ho detto prima, non sempre vincono i più ricchi o i più bravi. Per fortuna”.

Sarri dovrà fare i conti anche con qualche assenza pesante.

Questo è un problema, perché i giocatori importanti, con notevole personalità, nella partite internazionali si sentono. Ma dev’essere il gruppo, lo dico ancora una volta, a mettere in campo una prestazione di altissimo livello”.

Su quale giocatore di Sarri punta a occhi chiusi?

La velocità degli attaccanti può essere un’arma da sfruttare, perché il Bayern là dietro non mi sembra insuperabile. Inoltre i tedeschi vengono da una brutta sconfitta in casa del Bayer Leverkusen, non avranno il morale alle stelle. In Bundesliga sono al secondo posto, e questo per loro non è un problema da poco visto che sono sempre stati abituati a dominare. Ecco, la Lazio deve cercare di sfruttare queste debolezze psicologiche e tecniche dell’avversario e, ovviamente, dovrà correre per novanta e più minuti mettendo tutte le energie sul campo. Dico che Immobile potrebbe regalare emozioni, come Felipe Anderson: se succede, sentirete un urlo di gioia provenire dall’Argentina. Io sarò sempre vicino alla Lazio”.

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