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Una vergogna pericolosa: dall’Olanda un attacco che va oltre la Lazio

Michele Cerrotta
La scelta delle autorità di Amsterdam è l'ennesimo atto che vede coinvolti i tifosi biancocelesti e crea un pericoloso campanello d'allarme

Vergogna. Senza attenuanti, senza giustificazioni. C’è ancora una volta l’Olanda come triste protagonista delle vicende che vedono coinvolte la Lazio e la sua gente. Solo poche settimane fa Enschede si macchiava della privazione della libertà di alcuni cittadini europei, ancor prima che italiani e tifosi biancocelesti. Camionette della polizia schierate per costringere gli italiani all’interno di in un albergo del centro città - e di un altro paio di strutture ricettive - nella serata pre partita. Vietato visitare la città, vietato cenare fuori, vietato avere qualsiasi necessità: senza alcun preavviso, gli italiani presenti a Eschede dovevano semplicemente rimanere rinchiusi per presunte ragioni di sicurezza.

Un mese esatto dopo è ancora l’Olanda a macchiarsi di un altro gravissimo atto non solo contro i tifosi della Lazio, ma contro gli italiani tutti e contro uno dei principi cardine dell’Unione europea. Ad Amsterdam, poco più di centocinquanta chilometri a Ovest di Enschede, il sindaco, il Questore e il capo della Procura hanno deciso che “I tifosi laziali non sono benvenuti”. Una decisione che sembra vietare l’accesso in città a tutti gli italiani, partendo dal presupposto che sia impossibile distinguere un tifoso della Lazio da un semplice turista e che tenere i tifosi fuori dallo stadio piuttosto che al suo interno possa solo peggiorare il rischio di qualsiasi evento indesiderato.

Ancora una volta, quindi, il tanto idolatrato Nord Europa si dimostra incapace di gestire un evento di tale respiro e, soprattutto, se stesso. Non dimentichiamo, e non dovrebbero farlo neanche in Olanda, il comportamento dei tifosi del Feyenoord a Roma, nel 2015, quando fu vandalizzato il centro di Roma e soprattutto la zona di Piazza di Spagna, con ingenti danni alla Barcaccia. E non dimentichiamo quanto accaduto neanche tre settimane fa, con la caccia all’uomo andata in scena ad Amsterdam nei confronti di diversi sostenitori israeliani del Maccabi Tel Aviv.

Di fronte all’incapacità di gestire la sicurezza e soprattutto gli abitanti della propria città, qual è la scelta delle autorità della capitale olandese? Semplicemente quella di lavarsene le mani. Tutto chiuso, in barba non solo alle leggi europee, ma anche al buon senso. Non sarà certo notizia di oggi il “rischio di espressioni e disordini estremisti di destra, antisemiti e razzisti”, per dirla con le parole delle autorità olandesi. Che Ajax-Lazio potesse essere ritenuta partita a rischio non è certo una novità. Eppure, la scelta è quella di pronunciarsi proprio ora, in colpevole ritardo, quando almeno 2600 italiani ancor prima che tifosi della Lazio hanno già acquistato un regolare biglietto per la partita. E quando ben più persone hanno già acquistato voli, pagato alberghi e organizzato ferie per far coincidere un evento sportivo - e quindi quella che dovrebbe essere a prescindere una festa - con un viaggio in famiglia al ridosso del Natale.

Spesso ci si lamenta delle istituzioni italiane. Dimenticando quanto accade ripetutamente all’estero. In Olanda per esempio, o anche in Francia ricordando quando nel 2021 fu impedita ai “violenti e fascisti” (parole dell’allora ministro dell’interno francese Gérald Darmanin) tifosi laziali la trasferta a Marsiglia. Ora, però, proprio alle istituzioni italiane è doveroso chiedere un segnale. Un intervento, una presa di posizione dura verso un comportamento inaccettabile nei confronti di qualsiasi laziale, qualsiasi tifoso, qualsiasi italiano.