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Vavro: “La Lazio? Non mi pento, ma sono deluso: nessuna chance per me”

Tare e Denis Vavro

Il centrale slovacco si toglie qualche sassolino dalla scarpa ripensando alla sua avventura in biancoceleste, poi fissa i piani per il futuro

redazionecittaceleste

Denis Vavro è pronto ad affrontare la sua nuova - e seconda - avventura al Copenaghen dopo aver salutato la Lazio. La sua esperienza a Roma non è stata fortunata e, infatti, il difensore slovacco ai microfoni di sport24.sk, si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa: “Per il mio trasferimento si era parlato della Russia, ma non sono mai arrivate offerte. C’era interesse dalla Spagna, ma non sono arrivate proposte specifiche. Non volevo più aspettare: il Copenaghen era interessato dall’estate, ma la Lazio non mi ha lasciato partire. Ho scelto di tornare dove ho fatto bene e dove sono stato davvero felice, il Copenaghen era molto interessato a me. Arrivo in prestito con opzione di riscatto, vedremo cosa accadrà a fine stagione. Non voglio andare troppo veloce. Se tutto va secondo i piani, il club mi riscatterà. È una cosa in cui spero, vorrei rimanere, sono stato riaccolto bene.

Denis Vavro

Il mio obiettivo è giocare con regolarità anche per tornare in nazionale. Non ho contatti da sei mesi, farò il mio meglio per farmi notare. Se non dovesse succedere, la vita andrà avanti ugualmente. Ora mi concentrerò sul club e sulla mia felicità. Non ho mai giocato con l’attuale allenatore della nazionale Stefan Tarkovich per sua scelta, ma penso sia un buon allenatore. Da quando ha preso l’incarico non ho quasi mai giocato nel club. Credo che giocando con regolarità potrà notarmi.

Non mi pento di essere andato ala Lazio, ci ho provato e ho scoperto il campionato italiano. Forse, fossi andato da qualche altra parte, oggi parleremmo di club diversi dal Copenaghen. Ma sono cose da affrontare: è come rimanere delusi sul lavoro. E non solo io: anche i miei amici, la famiglia e il mio agente. Forse il mio trasferimento è stato frettoloso, magari avrei dovuto aspettare un altro anno. Ho tentato e non ha funzionato affatto. Ora ricomincio: a 26 anni non sono né giovane né vecchio. Penso a Skriniar, i primi sei mesi in Italia non sono stati facili per lui. Poi ha avuto una chance e l’ha afferrata. Il punto è avere una possibilità dall’allenatore: senza questa, un giocatore non può far nulla”.