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Il numero uno della UEFA, Aleksander Ceferin, non ha dubbi: l'Italia entro il prossimo 7 aprile dovrà garantire l'agibilità dello Stadio Olimpico di Roma per i futuri Europei. In caso i requisiti dell'impianto capitolino, e della situazione generale legata al Covid, non dovessero soddisfare i criteri dell'organo calcistico, gli EURO2020 non si disputeranno a Roma. Il presidente e le regole sono state chiare. Dopo Pasqua il maggiore sponente della FIGC, Gabriele Gravina, in collaborazione con gli organi competenti, dovrà dare una risposta concreta.
Il presidente a capo della Federazione Italiana Giuoco Calcio, nelle scorse settimane si è dichiarato tranquillo. E quindi nulla dovrebbe ostacolare lo svolgimento del torneo continentale per nazionali nei pressi della capitale d'Italia. Tuttavia, ad ora la speranza più grande è che a giugno il virus sia sotto controllo. O almeno che lo sia nei limiti del possibile in modo tale da consentire il regolare svolgimento del torneo. Ma la UEFA ha bisogno di risposte immediate, anche perché all'inizio della manifestazione mancano appena tre mesi. Il governo del calcio è stato chiaro: gli impianti di gioco che ospiteranno gli Europei dovranno garantire una capienza minima del 25/30%.
In questo periodo, il calcio in Italia ha dovuto capire la soluzione migliore per scegliere quale porzione di pubblico far entrare. In questo momento, il piano principale sarebbe quello di consentire l'ingresso ha chi ha ricevuto il vaccinoe a chi verrà sottoposto al tampone e risulterà negativo. Questo, però, potrebbe gravare sulla fluidità delle cose e si sta valutando anche un'eventuale alternativa. La partita inaugurale del torneo sarà quella tra l'Italia e la Turchia. La Nazionale di Roberto Mancini ha riportato entusiasmo, dopo le recedenti prestazioni al di sotto delle aspettative. Giocare una numero di partite con il proprio pubblico, darebbe una spinta in più agli azzurri.
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