Tutto a posto e niente in ordine: con Tudor è punto e a capo

Nella Lazio è tutto a posto dopo la vittoria contro il Frosinone. Ma niente è in ordine. L’era Martusciello è durata solamente una partita, il vice di Maurizio Sarri alla fine dice addio pure lui. Grazie a tutti e ritorno nella sua Ischia. È già il tempo di Igor Tudor. L’ex allenatore di Udinese, Verona, Marsiglia. Uno che ha già dimostrato di avere conoscenza calcistica e pure carattere. Quello necessario per scuotere un gruppo – e qua alla Lazio ce n’è e come da scuotere – e quello per porsi con l’autorevolezza giusta con la società. Nella speranza di riuscire ad imprimere – non impartire, ma imprimere – le future scelte di mercato. Per una Lazio che possa diventare a sua immagine e somiglianza.

Che l’era Tudor abbia inizio

Sarà un reset totale. O almeno è quello che si auspica. Tudor dovrà avere la sensibilità di entrare in una realtà dal gruppo a terra dopo gli ultimi fatti. Ma pure la durezza nel prendere decisioni forti, pure impopolari se necessario, ma in grado di scuotere emotivamente una squadra che ha l’obbligo di provare fino alla fine di ottenere l’Europa. Non ci sono gerarchie, non ci sono intoccabili, non ci sono privilegiati. Si parte alla pari, agli occhi del nuovo mister.

Ipotesi e scenari

La buona notizia è la sosta. Tudor avrà quindi un po’ di tempo in più per lavorare, per conoscere i calciatori, per capire quali sono le leve da toccare per motivare il suo nuovo gruppo. Difficile immaginare un immediato passaggio alla difesa a tre, occorrono sensibilità e graduale procedere. L’unico cambiamento auspicato, in questo momento, è quello di una reazione emotiva. Sperando nella disponibilità di tutti e sperando che Tudor faccia il Tudor: tutti sono uguali, tutti sono importanti, nessuno è indispensabile. Siamo ad un punto e a capo, sperando in un capitolo di soddisfazioni.

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