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Torino-Lazio, Baroni in conferenza: “È la squadra più forte che ho avuto”

Edoardo Benedetti Redattore 
Le parole del tecnico biancoceleste intervenuto dopo il triplice fischio del match direttamente dalla sala stampa dell’Olimpico Grande Torino

La Lazio vince 3 a 2 allo Stadio Olimpico Grande Torino e torna a casa con 3 punti importantissimi ai fini della classifica. Al gol di Noslin risponde Coco tenendo aperte le speranze dei granata. Ma non c'è più tempo e l'arbitro fischia la fine del match. Il tecnico dei biancocelesti, Marco Baroni, si è quindi recato in sala stampa dove ha risposto alle consuete domande dei giornalisti. Ecco le sue dichiarazioni.

Al netto dei gol presi che sono sempre tanti, dal punto di vista della prestazione, quella di oggi è stata la miglior Lazio?

"La squadra ha fatto benissimo anche dal punto di vista difensivo. Io credo che dal punto di vista prestativo della squadra ci mancano dei punti. Firenze è stata fondamentale. Abbiamo fatto delle analisi e siamo andati a vincere in Europa e a Torino. Oggi abbiamo giocato contro una squadra molto fisica che avrebbe alzato il pallone e che ci avrebbe fatto fare una partita non come quelle alle quali siamo abituati. Faccio i complimenti a tutti. La squadra ha avuto un atteggiamento importante".

Ha un organico competitivo per poter reggere a buon livello su tutte le competizioni?

"Questa squadra ha avuto delle partite importanti nello scorso anno. Ha perso giocatori importanti ma noi abbiamo dei giocatori giovani e forti. Alcuni li dobbiamo sostenere, devono andare in campo e creare degli adattamenti. Io per primo li metterò in campo perché si cresce solo in campo e non guardando le partite. Gliel'avevo già detto in ritiro. Si gioca come ci si allena. Se si dà il massimo il allenamento allora lo si darà anche in campo. I ragazzi stanno facendo e dando il massimo".

Che messaggio spedisce al campionato e alle rivali con questa vittoria?

"A me non piace fare proclami. Mi piace il lavoro. A me piace una squadra che abbia coraggio. Il calcio ha fatto un cambiamento e noi ci siamo adattati. La gente vuole venire a vedere le partite e divertirsi. Questa proposta la vedo bene incastrata col gruppo che ho io. Durante il lavoro in ritiro ho capito che questa squadra può fare questo tipo di calcio".

Non si sente un po' un anti-eroe in questa Lazio? E' un po' un suo successo personale?

“Ma guarda, qui prima di me c'era un signore che si chiama Maurizio Sarri. Lui ha fatto un percorso importante ed è normale che io potessi avere qualche dubbio. Io devo solo lavorare a testa bassa. Era importante prendere la squadra e l'abbiamo fatto. La squadra ha la cultura del lavoro. So di avere una grande responsabilità, ma più hai responsabilità e pressioni e più vuol dire che stai facendo meglio".

Cosa la rende più orgoglioso?

"La squadra deve lavorare di collettivo. Abbiamo un collettivo importante e giocatori che si mettono a disposizione. Devo cucire addosso alla squadra quello che è il vestito giusto. E' la squadra qualitativamente più forte che ho avuto. Le partite le puoi perdere, vincere o pareggiare ma si parte dall'identità di squadra. Se abbiamo quella possiamo fare qualcosa di importante. E' merito dei ragazzi".

Ha voluto ingabbiare Ricci?

"Abbiamo voluto lavorare sulle loro risorse. Dalle punte hanno fatto diversi gol. Abbiamo cercato di neutralizzare questi movimenti. La squadra ha imposto subito il suo ritmo, il gioco rallentando quello del Torino che se si avvicina all'area diventa pericoloso. Sapevamo che dovevamo tenerli alti, l'abbiamo fatto ma non è stato facile. Sono stati veramente bravi".

Parliamo d'equilibrio. Oggi ho visto un atteggiamento diverso.

"Io lavoro pochissimo sulla fase di non possesso perché questa squadra deve imporre il gioco all'avversario. Oggi gli ho detto che la partita era dentro a quando non avevano il pallone. Oggi abbiamo avuto tante occasioni per chiudere la gara. Loro sono arrivati al primo tiro dopo tanti minuti ma non per causa loro ma grazie a noi. Si può tenere così tanti giocatori solo a condizione che ci sia una grande disponibilità nella fase di non possesso".

Si sta innescando una concorrenza che sta tornando utile alla squadra

"Spesso sono i giocatori che giocano meno che ti risolvono le partite più importanti. Io lavoro su tutti. Noi possiamo tenere tante partite solo a condizione che tutti vadano in campo".