“Va a 38 chilometri orari”. Così Lotito glorificava un Nuno Tavares che in Lazio-Milan è stato certificato correre a 35,3 chilometri orari. Non saranno certo tre chilometri all’ora a fare la differenza nelle valutazioni di un giocatore che è già un investimento riuscito. A tal punto che il patron lunedì alla Luiss parlava orgoglioso del lavoro fatto con l’ex Arsenal. “Gli sono stati estratti quattro denti, sono cose che fanno sorridere, ma anche attenzioni che cambiano la vita. Ho costruito un centro di alta specializzazione, la cura della persona per noi è priotiraria” le parole svelate dal Corriere dello Sport. Un reset totale, un lavoro approfondito portato avanti all’interno del Lazio Lab per ridare fiducia ed equilibrio al portoghese, che dopo la ricaduta muscolare estiva sembrava essere entrato in un tunnel senza uscita.
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Tavares trascinatore alla Lazio: il retroscena dietro la rinascita svelato da Lotito
Il riferimento di Lotito ai denti estratti si riferisce a denti che incidevano sulla postura, impedendo alla muscolatura del calciatore di lavorare in modo fisiologicamente corretto. Gioca, si allena e non si separa mai di fatto da un tutore gnatologico personalizzato: Tavares è tornato al top dal punto di vista muscolare seguendo protocolli specifici e lavori con i medici e i preparatori del Lazio Lab e dello staff di Baroni. Merito anche del reparto di gnatologia, settore della medicina che studia fisiologia e fisiopatologia del complesso cranio-cervico-mandibolare, all’interno di Formello. “In ogni squadra ci sono diverse problematiche di natura fisica, patologie legate alla postura, ai denti, a tante cose. Ho costruito un centro di alta specializzazione con trentasette medici, anche il dentista. Io mi informo quotidianamente sui miei ragazzi” spiegava ancora Lotito alla Luiss.
Un percorso studiato su misura quello per Tavares, che dopo l’amichevole contro il Trapani e il problema al flessore sinistro era frenato e impaurito. Da qui l’attenzione dello staff medico e il rientro soltanto in Lazio-Milan: da quel momento non si è più fermato, trasformandosi in una macchina da guerra grazie anche a un piano di lavoro specifico mirato sul recupero e sulla prevenzione. Nell’ultima annata in Premier il calciatore aveva avuto prima alcuni problemi fisici, poi non era riuscito a trovare la forma ed era di fatto stato ignorato, con appena 5 presenze da titolare in campionato. L’anno precedente a Marsiglia era stato devastante: 31 gare e 6 reti nel 3-4-2-1 di Tudor.
La Lazio ha creduto nel giocatore, acquistandolo in prestito con obbligo di riscatto fissato a 5 milioni pagabili in cinque anni e resistendo anche alle avance del Galatasaray, che ad agosto si era inserito per strapparlo subito ai biancocelesti. La società e Baroni non hanno mai smesso però di credere nel portoghese che, dopo un percorso mirato è rinato in una nuova forma fino a diventare il miglior assistman del campionato italiano in assoluto ed europeo tra i difensori, dietro in classifica generale solo a Saka e Vinicius. Regalando così alla Lazio quel terzino sinistro che mancava da anni.
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