Ospite di Maracanà, programma di TMW Radio, Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, ha risposto ad alcune domande, tra la sua esperienza in biancoceleste e la crescita degli ultimi anni del calcio italiano. Queste le parole integrali dell'ex d.s. della Lazio Igli Tare:
news
Tare: “Lazio la più divertente. Ritorno? Mai dire mai. Quando sono andato via…”
Abbiamo visto Guardiola da Fazio, potrebbe un giorno allenare in Italia?
"Me lo auguro per il calcio italiano, sarebbe una cosa fantastica. Ma conoscendo lui e il suo legame con il Brescia e il popolo italiano, penso che per chiudere il suo ciclo gli manchi proprio l'Italia e un giorno questo sogno si avvererà. Deve dimostrare anche che in un calcio difficile come quello italiano può vincere. Anche se non deve dimostrare niente. La battuta con Baggio non è troppo una battuta, vuole essere circondato da persone che lo fanno stare bene. Da giocatori spesso facevamo cene a casa di Giunti a cena, era un rituale ai tempi di Brescia ed era bellissimo sentirlo parlare di calcio. Si capiva che sarebbe diventato un grande allenatore. L'ho pensato di lui così come di Simone Inzaghi, sono due predestinati, sono nati allenatori e destinati a fare bene".
Quando torna lei?
"Spero presto, anche perchè le vacanze sono belle ma devono finire. Voglio trovare un progetto ambizioso e in quel caso tornerò. Anche ripartire da zero con un club. Tornare per tornare non va bene. In Italia ci sono realtà di questo tipo".
C'è un altro allenatore che pensa possa essere un predestinato?
"Ero molto curioso di vedere la crescita di De Rossi, ho avuto modo di parlare alcune volte e mi piacevano le sue idee di calcio. Volevo vederlo di più all'opera, ma sicuramente il calcio italiano è il migliore al mondo, escono sempre tanti allenatori bravi".
Che livello di calcio vede in Italia?
"A livello europeo, l'Italia negli ultimi 3-4 anni ha fatto dei passi in avanti, vedi le prestazioni europee di Fiorentina, Roma, Atalanta. È diventato un campionato di buon livello, Atalanta e Fiorentina hanno alzato l'asticella, ma anche il Napoli di Conte sarà un'altra squadra da guardare perché lavorando tutta la settimana avrà un vantaggio importante nella lotta Scudetto".
Che ne pensa della Juve di Motta?
"Mi piace il suo calcio ma gli serve tempo per fare il suo progetto. Sono arrivati nuovi giocatori, non ci sono più star ma è una Juve dove c'è dietro un'idea di progetto. Per me è una strada che nel tempo sarà vincente".
La vicenda ultras può incidere in casa Inter?
"Conosco Inzaghi, è una persona pulita, non credo che questa vicenda possa incidere. L'Inter è la squadra da battere, è la più forte. Ha pressione così ma è una pressione guadagnata, perché negli anni ha creato un team vincente. Può arrivare anche lontano in Champions".
Dove è cresciuto di più Inzaghi negli anni?
"Sulla sua personalità. Il primo anno è stato molto difficile, anche se ha vinto due trofei. Non si fidava molto sulla sua tenuta a livello internazionale, l'arrivo in finale di Champions è stato il momento più alto della sua consapevolezza e lì è partito un nuovo Inzaghi. Sa di essere un allenatore di altissimo livello. È migliorato nella gestione della rosa e nella comunicazione. Lo ritengo tra i 2-3 allenatori più forti del mondo insieme ad Ancelotti e Guardiola".
Che ne pensa di Milan e Fiorentina?
"Il Milan ha un progetto stile Juve, ha un nuovo allenatore e nuovi giocatori, deve trovare la leadership della squadra. Maignan è un leader, ma mancano le altre figure. L'addio di Giroud è stato importante, Pulisic manca ancora di personalità, mancano Leo e Theo come rendimento. Sono cose che ora mettono in difficoltà Fonseca, ma ritengo il Milan forte e con grande talento. Per me farà la voce grossa nella lotta Scudetto e deve riprendersi in Champion. Su Palladino dico che ha fatto un grande lavoro a Monza, a Firenze le aspettative sono diverse ma hanno fatto un mercato intelligente. È un cantiere aperto e ci vorrà qualche mese per esprimersi al meglio".
Quanto c'è rimasto male Inzaghi delle parole di Spalletti?
"Penso che Spalletti non ha detto nulla contro Inzaghi, non voleva attaccare, sono state mal interpretate".
E sulla partenza della Lazio?
"È la squadra che diverte di più, ha un ottimo allenatore, molto preparato, che ha in mente un giocatore molto offensivo e si è adattato ai giocatori presi. È una bella sorpresa, mi auguro che duri a lungo ma per adesso sono una bella sorpresa. Chi mi ha sorpreso di più? Tavares, che ha inciso tanto, ma si sapeva delle sue caratteristiche. Doveva arrivare già tre anni fa ma all'epoca non lo abbiamo preso perchè non era adatto allo stile di Sarri. Ora finalmente è arrivato e sta dimostrando di essere un giocatore di alto livello. E credo che anche Thuram della Juve possa essere una sorpresa. Gli serve un po' di tempo ma per il gioco di Motta sarà un giocatore che emergerà".
Lazio, se dovesse arrivare una chiamata un giorno tornerebbe?
"Da parte mia io avevo il bisogno di fermarmi e lo avevo detto anche a Lotito prima di iniziare l'ultima stagione. Vedevo che le strade stavano prendendo vie diverse. Per rispetto mi sono fermato, penso che la Lazio rimarrà un pezzo grande del mio cuore, ho vissuto tanti momenti bellissimi e anche difficoltà, ma mai dire mai nella vita. Dopo 18 anni meritavo un ringraziamento, non è stato così ma non cambia nulla sul giudizio sulla Lazio e sul presidente Lotito".
© RIPRODUZIONE RISERVATA