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Tare: “Alla Lazio 18 anni indimenticabili. È finita perché…”

Tare
Alla Palermo Football Conference l'ex direttore sportivo biancoceleste ha trattato vari temi, tra cui ovviamente la sua esperienza a Formello
Edoardo Pettinelli Redattore 

Intervenuto alla Palermo Football Conference Igli Tare, ex direttore sportivo biancoceleste, ha trattato vari temi tra i quali, ovviamente, anche la sua lunga esperienza alla Lazio da dirigente e non solo.

"Giocare in Italia era il mio sogno e l'ho realizzato all'ultimo momento, in un'età avanzata per un calciatore, visto che avevo 27 anni. L'atmosfera nei 3 anni a Brescia è stata incredibile, anche perché ho potuto giocare con giocatori che hanno fatto la storia del calcio".

Cosa si porta dietro dell'esperienza alla Lazio e perché è finita?

"Mi porto tanti bei ricordi, 15 anni indimenticabili, 18 se aggiungiamo quelli da calciatori. Sono stati anni di gioia e sofferenza, ho avuto modo di conoscere questa realtà che rimarrà per sempre dentro di me".

Quale è stata la sua scoperta più grande alla Lazio?

"L'ho detto tante volte. Ti rimane sempre il primo giocatore che acquisti, che è stato Christian Brocchi. Poi il primo di livello importante che è stato Hernanes dal San Paolo. Poi tutto è diventato abitudine. Passare dal campo a dietro alla scrivania è stato bello. È finita perché era giusto così, il ciclo era arrivato alla fine. Non avevo programmato l'addio ma quando le idee e le strade si dividono è giusto fare un passo indietro e fare spazio alla nuova gente".

Immobile è stato grandissimo alla Lazio, ma non in Nazionale. Perché?

"Per avere un'idea devi conoscere le cose da vicino. Ho vissuto con lui 8 anni fantastici, è un campione vero che capirà cosa ha fatto quando smetterà. Negli ultimi 20 anni è stato il miglior attaccante in Italia".

È stato vicino a Napoli e Fiorentina?

"Mai, il mio nome è stato tirato in ballo ma non ho mai avuto contatti con il Napoli e la Fiorentina".

È pronto a tornare in pista?

"Assolutamente sì, ma è giusto aspettare il momento giusto e la società giusta".