Tare: “Inzaghi e Pioli? Li ho voluti entrambi in panchina alla Lazio. Oggi…”

Era il 2016 e Stefano Pioli e Simone Inzaghi si passavano il testimone sulla panchina della Lazio. Via uno, dentro l'altro con l'etichetta di "traghettatore" per il finale di campionato, poi - com'è noto a tutti - la storia andò diversamente. "Li ho voluti entrambi in panchina e il tempo ha dimostrato di che pasta siano fatti" - racconta con orgoglio Igli Tare alle colonne de La Gazzetta dello Sport, in vista del prossimo turno che li vedrà sfidarsi nel derby di Milano.

Ma cosa accomuna i due duellanti nel Derby di Milano?

“L'empatia, il saper creare un legame forte coi calciatori, per questo in cambio ottengono fiducia. Forse, tra i due, Inzaghi è ancora un po' più… “giocatore”: tende ad essere un amico, anche se sa quando tenere le distanze”.

In cosa sono diversi, invece?

“Nell’evoluzione tattica. Inzaghi è partito con lo stesso modulo perfezionato negli anni: il 3-5-2 è un punto di forza, dà sicurezze. Pioli ha variato di più: già da noi usava il 4-3-3, ma ha vinto uno Scudetto con il 4-2-3-1”. 

Andava d’accordo più con…?

“Sono persone vere, schiette e pure, come piacciono a me: ho un ottimo rapporto con tutti e due”.

Li ha conosciuti a Roma, come li vede da milanesi?

“Pioli è arrivato al Milan con un bagaglio più vario e diverse esperienze. La parentesi all’Inter lo ha aiutato, ma pure quanto vissuto alla Lazio e alla Fiorentina l’ha preparato per il salto definitivo. Aveva la giusta mentalità già al momento dell’arrivo a Milano, poi la sua crescita l’abbiamo vista fino allo Scudetto. In partenza ci potevano essere dei punti interrogativi su Simone: qualcuno pensava fosse troppo giovane, poco internazionale e, invece, ha già una bacheca molto più ricca di tanti "vecchi". È riuscito ad accorciare i tempi grazie alla sua tenacia e ha persino sfiorato la Champions”. 

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