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La Lazio ha perso malamente il derby. Ma sta perdendo in maniera ancor più assurda la partita dei sentimenti. A Formello hanno sbagliato tutto quello che avrebbero potuto sbagliare dal punto di vista della pianificazione. Il club ha deciso di non fare la campagna abbonamenti perdendo anche quello zoccolo duro di tifosi che da sempre ha legato le proprie domeniche ai colori biancocelesti. La risposta dei sostenitori laziali alle virtuose campagne abbonamenti del passato non era mai mancata. Con la società capace di andare incontro alle esigenze e al portafoglio delle famiglie; una politica dei prezzi al ribasso rispetto a tutti gli altri club, ma al tempo stesso vicina ai propri sostenitori.
Ma l’arrivo della pandemia sembra aver spazzato via tutto questo. Nel post covid, il piacere di andare allo stadio è diventato un lusso. E la Lazio, come gran parte delle altre società, è caduta nella trappola di alzare i prezzi dei biglietti in maniera esponenziale. Il costo delle spese per una partita allo Stadio Olimpico supera i centomila euro, tra affitto dell’impianto del Foro Italico e le ulteriori spese organizzative. I caro prezzi poteva essere parzialmente accettato con la riduzione della capienza degli impianti imposta dal Governo e dall’emergenza sanitaria. Ma - tornati alla normalità - è inaccettabile presentare prezzi folli per una partita di campionato.
Il costo per acquistare i tagliandi di Lazio-Milan è tornato a essere eccessivo. Un biglietto di Curva Nord costerà 40 euro, uno di Tribuna Tevere 60 euro, in Tevere Top si pagherà 85 euro, in Tribuna Monte Mario 110 euro. Sono prezzi senza diritto di prevendita che andrà ad accrescere ulteriormente il costo finale. Gli Under 16 pagheranno un biglietto di Curva 25 euro, un tagliando di Tribuna Tevere 35 euro. Ci vorranno 50 euro per andare in Tevere Top, e 60 euro per la Monte Mario. E’ una strategia incomprensibile che sta creando un danno irreversibile. Il tifoso della Lazio se ne sta andando: e senza i tifosi, una squadra è destinata a morire. E’ bene che chi di dovere ne prenda atto.
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