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Guglielmo Stendardo
Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, l'ex difensore biancoceleste Guglielmo Stendardo ha parlato della gara di ieri sera della Lazio contro i partenopei: "La partita è stata equilibrata: meglio i biancocelesti nel primo tempo, poi il Napoli ha sfruttato le poche occasioni concesse, essendo più cinico. La Lazio ha fatto quello che doveva fare, ma è stata leziosa e non ha sfruttato quanto creato. I maggiori rischi ci sono stati in fase d’impostazione, con la costruzione dal basso. I partenopei hanno saputo aspettare e hanno aspettato il momento giusto per colpire. La Lazio, rispetto all’andata che è stata a senso unico, è migliorata nella fase difensiva. Osimhen ha fatto poco rispetto a quanto siamo abituati, è stato ben marcato. I problemi si sono creati quando Insigne ha giocato di più tra le linee. La partita sarebbe potuta finire tranquillamente in pareggio, gli episodi hanno fatto la differenza".
Sul lavoro di Maurizio Sarri: "La mano di Sarri sulla squadra si vede. E' giusto che i tifosi siano arrabbiati per il risultato. Il Napoli è una squadra forte. Nelle prossime tre gare, con questo atteggiamento, i biancocelesti le possono vincere tutte, derby compreso. Serve più cinismo sotto porta, gli ultimi 20/25 metri. Luis Alberto e Immobile ieri sono stati sfortunati e imprecisi. Ci sono tutte le carte per ripartire bene. L’aspetto mentale è fondamentale. Credo occorra la continuità che finora è mancata. In alcuni momenti si perde la concentrazione e si vanificano tutti gli sforzi fatti in settimana. Contro squadre di un livello pari o superiore certi cali si pagano. Se si dovesse trovare il ritmo a livello motivazionale, la Lazio diventerebbe molto forte".
Sull'esclusione dello Spartak Mosca dall'EL: "Vanno sempre rispettate le regole scritte prima della competizione. L’esclusione del club dall’Europa League è di natura più unica che rara. La priorità dev’essere escludere la guerra. Al momento ci interessa fino a un certo punto dello Spartak Mosca, è più importante mettere fine a ciò che sta succedendo. L’abbraccio tra Malinovsky e Miranchuk è emblematico".
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