Al termine del netto successo di suoi contro lo Spezia, è intervenuto in conferenza stampa l'allenatore della LazioMaurizio Sarri. Queste le sue parole.
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Spezia-Lazio, Sarri in conferenza: “Sono tornato a divertirmi. Avevo pensato…”
Fa vedere la classifica stasera alla squadra o la tiene nascosta?
“No, non quella di ora che non ha senso. La vedremo quando tutte avranno giocato, poi gli farò vedere quella di otto-nove partite fa. Dobbiamo capire che in questo tempo le classifiche sono stravolte. Non era impossibile prima, è fattibile ma non facile ora: non si può mollare nulla”.
Con qualche punto in più questa Lazio poteva guardare al Napoli? Questa squadra le ricorda il suo Napoli?
“Questa è la Lazio, ha giocatori con caratteristiche diverse e sta crescendo nelle qualità del calcio che esprime. Mi ricorda il Napoli per la qualità e l’applicazione negli allenamenti. I punti fanno parte del percorso, ogni squadra dirà che ha perso punti in modo stupido, anche il Napoli. Fa parte della normalità, significa che quando non li abbiamo presi non li abbiamo meritati”.
Qual è stato il tasto toccato dal punto di vista mentale?
“Come hanno fatto gli allenamenti: con applicazione feroce, questo è stato riportato nelle gare. Siamo cresciuti nella capacità di sofferenza, ora siamo in grado di attraversare i momenti difficili, anche soffrendo a tratti ma ne usciamo fuori”.
Che settimana sarà a livello di riflessioni visto il giallo a Cataldi?
“Vecino si sta curando, lo ritroveremo martedì e ce la potrebbe anche fare. Il gol di Marcos mi ha fatto un piacere straordinario: è un giocatore forte che non ha giocato quanto meriterebbe per motivi tattici miei. Sono contento che si sia preso almeno questa soddisfazione”.
Il prossimo difetto che diventerà un pregio qual è?
“L’obiettivo è continuare a migliorare, poi in questo momento difetti enormi non ne abbiamo più di così vistosi. Due mesi fa non ero contento della continuità, ma quella del girone di andata era già in netto miglioramento rispetto all’anno scorso. Questa capacità di gestire le partire con più solidità mentale mi sembra stia venendo fuori. Siamo in ballo e dobbiamo ballare, la testa deve essere solo all’obiettivo, entrare nelle quattro. Anche se continuo a considerarlo un’impresa viste sette squadre con più fatturato e monte stipendi di noi. È un’impresa difficile, ma la classifica dice che è fattibile e bisogna provarci”.
La sensazione è che la squadra appena si è liberata dell’impegno del giovedì abbia avuto più sprint?
“Quest’anno abbiamo fatto più punti dopo l’Europa League che senza. Abbiamo preso le sconfitte in Conference dopo vittorie in campionato. Se è così, è un limite da superare. Quest’anno abbiamo pagato quelle di giovedì, l’anno scorso quelle successive. C’è da aumentare la cilindrata se vogliamo giocare ogni tre giorni”.
Visto il numero di cambi fatto in ogni partita questa Lazio sembrerebbe non attrezzata per giocare ogni tre giorni.
“Non mi sono mai piaciuti i 5 cambi, a volte li ho fatti. Ma cambiare tre giocatori insieme rischi di demolire una squadra. Se i tre hanno difficoltà di inserimento passi 10 minuti in sarabanda completa. Poi ci sono gare in cui ce n’è bisogno e li fai perché devi giocare dopo tre giorni. Ma se giochiamo una volta a settimana non sono per forzare i cambi, al di là del valore della rosa”.
Se cominciasse il campionato domani quanti giocatori chiederesti per fare una Champions dignitosa?
“Undici per il campionato, undici per la Champions e undici per la coppa Italia. A questa squadra serve continuare a migliorare e avere qualche soluzione in più per giocare ogni tre giorni. Poi dobbiamo far migliorare quelli che abbiamo. Sono nato a Napoli, ho vissuto in Toscana ma la scaramanzia non sono riuscito a togliermela: del post obiettivo ne parliamo dopo l’obiettivo”.
Sembra che questa squadra si diverta a giocare insieme.
“Sono tornato a divertirmi in un momento in cui avevo pensato anche di smettere. Li ringrazio e si vede che questa cosa l’ho trasmessa”.
Ha quasi sempre dato lezioni di calcio allo Spezia, quanto si diverte?
“Non sempre, una volta con l’Empoli ho perso (ride, ndr). Dietro la panchina ospiti non ci sono Oxfordiani, è difficile arrivare al 90’ con quei pazzi scatenati dietro. Ma giocare qui mi è sempre piaciuto: è un ambiente caldo, bello e tosto. Ci sono sempre venuto volentieri. I tre metri in meno di larghezza e uno di lunghezza sono tanti, hai sempre la sensazione di saltino addosso. È difficile giocare qui”.
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