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Milinkovic e Immobile
Protagonisti e idoli indiscussi nella Lazio, in difficoltà in nazionale. Ciro Immobile e Sergej Milinkovic-Savic, stessa classe e destino simile. Sono tante le tappe della storia travagliata tra il capitano della Lazio e la nazionale Azzurra. Pur rimanendo il miglior marcatore dell’era Mancini (come lui Belotti e Barella, ma entrambi con più partite) Immobile è stato spesso designato come bersaglio preferito dai critici della Nazionale. Discorso diverso ma dallo stesso esito per Milinkovic. Il Sergente in nazionale ha messo insieme 7 gol in 39 presenze. Ha quindi mantenuto una media di poco inferiore a quella con la Lazio (63 gol in 314 partite). Eppure, entrambi hanno a che fare con due problemi abbastanza simili: quella di avere commissari tecnici in evidente difficoltà di idee.
La media di Immobile in Azzurro (15 gol in 55 partite) non ha niente a che vedere con quella con la Lazio (189 in 274). La causa è semplice da individuare in un gioco che tende a premiare maggiormente inserimenti di mezzali ed esterni rispetto alla finalizzazione del centravanti. Scelta lecita, fin quando i risultati arrivano. Eppure l’Italia, fatta eccezione per la particolare e forse più fortunata di quanto immaginato parentesi dello scorso Europeo, è al suo secondo Mondiale visto dal divano. Una crisi dalla quale è difficile uscire e che porterebbe chiunque - ma non Mancini - a cercare di sfruttare i numeri di uno dei migliori marcatori europei degli ultimi anni.
Come visto con Milinkovic la media gol non cambia di molto. Ma il peso specifico di Sergej è in mezzo al campo ed è lì che emergono i problemi della Serbia di Stojkovic. Che il lavoro fatto dal ct serbo sia stato importante fino al Mondiale è evidente: solo 5 sconfitte in 24 incontri sulla panchina della nazionale. Ma Stojkovic non è mai riuscito a trovare davvero un sistema adatto a far coesistere i tanti giocatori importanti in rosa. La dimostrazione è l’aver visto Milinkovic titolare nelle tre partite del Mondiale, ma sempre in ruoli diversi e mai sul centro destra del centrocampo, zona preferita dal Sergente. Sostituito prima della disfatta contro il Camerun e costretto all’ultima a giocare in una formazione inutilmente iper offensiva capace di far sognare addirittura 3 reti alla Svizzera con la conseguente amara eliminazione dal Mondiale. Vittima come Ciro di scelte difficili da comprendere.
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